1Cor 2, 9-15a; Sal 103, Gv 16,5-14 «Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future. Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà». (Gv 16, 13-14) Lo Spirito è Spirito di verità, ci guida alla verità. È Spirito di verità perché è Amore, l’Amore che lega il Padre al Figlio, lo stesso amore, la stessa comunione proposta anche al discepolo. È Spirito di Verità perché è vita autentica, la vita che sconfigge il limite della morte. È lo Spirito del Risorto. Gesù se ne va e ci lascia lo Spirito perché ciascuno di noi, con il suo sostegno, percorra il suo cammino di figlio verso l’unico Padre. Lo Spirito confermerà in noi le parole di Gesù: ci aiuterà a leggere la nostra storia come storia di salvezza. Ci aiuterà a ritrovare, nella trama dei giorni, nella gioia ma anche nella fatica, la presenza di Dio. Lo Spirito ci farà conoscere le cose future, non perché ci rivelerà quanto dovrà accadere (quasi a togliere ogni paura e ogni angoscia dal nostro presente), ma perché ci aiuterà a comprendere che il nostro presente è sempre abitato da un “Dio che viene”, che ogni tempo che ci è dato di vivere è tempo di salvezza, tempo per sperimentare la vicinanza e l’amore di Dio. Il cristiano è profeta non perché prevede il futuro, ma perché sa leggere la sua vita tutta intera (con le sue gioie, le tristezze e le angosce) alla luce del Vangelo. Partito il Maestro, toccherà ai suoi – come singoli e come comunità – farsi testimoni tra i fratelli e portare la buona notizia che la morte può essere vinta dall’amore. Preghiamo Voglio cantare al Signore finché ho vita, cantare al mio Dio finché esisto. (dal salmo 103) [da La Parola di ogni giorno, Ragione della nostra libertà – Pasqua 2010, Centro Ambrosiano]