Martirio di San Giovanni Battista Ger 1,17-19; Sal 70; Rm 8,31-39; Mc 6,17-29 «Proprio Erode, infatti, aveva mandato ad arrestare Giovanni e lo aveva messo in prigione a causa di Erodìade, moglie di suo fratello Filippo, perché l’aveva sposata. Giovanni infatti diceva a Erode: “Non ti è lecito tenere con te la moglie di tuo fratello”. (Mc 6) Quest’anno la liturgia ambrosiana ha spostato ad oggi la celebrazione del Martirio di s. Giovanni Battista per rispettare il rito domenicale. Erode era consapevole del disordine della sua vita affettiva, conoscendo la legge di Dio. Inoltre riteneva sinceramente Giovanni “uomo giusto e santo”. Ma ciò non è bastato perché si correggesse e mutassse vita. Avrebbe dovuto slegarsi da ciò che dicevano gli altri e dalla paura di perdere la propria reputazione; farsi “violenza” per non abbassarsi a mettere sullo stesso piano di valori il giuramento, il suo ruolo politico e la vita di un uomo che, oltretutto, stimava. Giovanni ed Erode ci offrono due immagini opposte: il primo ci fa capire cosa può arrivare a richiedere la coerenza di vita, quando si pone in Dio il proprio punto di riferimento; il secondo che chiunque si arrende al proprio egoismo, inevitabilmente fa violenza ad altri. Preghiamo col Salmo La mia vita è sempre in pericolo, ma non dimentico la tua legge. I malvagi mi hanno teso un tranello, ma io non ho deviato dai tuoi precetti. Mia eredità per sempre sono i tuoi insegnamenti, perché sono essi la gioia del mio cuore. (Salmo 119)