Gn 3, 22 – 4, 2; Sal 118 (119), 9-16; Pv 3, 11-18; Mt 5, 17-19
Il Signore Dio disse: «Ecco, l’uomo è diventato come uno di noi quanto alla conoscenza del bene e del male. Che ora egli non stenda la mano e non prenda anche dell’albero della vita, ne mangi e viva per sempre!». Il Signore Dio lo scacciò dal giardino di Eden, perché lavorasse il suolo da cui era stato tratto. (Gn 3, 22-23)
La cacciata dal giardino dell’Eden avviene dopo la trasgressione del comando divino. La risposta di Dio all’azione umana è anche l’estremo tentativo di protezione: nella misura in cui l’essere umano non può essere più in grado di sopportare l’estrema vicinanza a Dio, gli è offerta l’opportunità di continuare a vivere, potendo fare esperienza, nel limite, della ricerca di un legame che abbia una nuova forma, ma non sia cancellato.
L’itinerario di quaresima può strutturarsi secondo la stessa dinamica: la coscienza dei propri limiti può non trasformarsi in ostacolo per un’autentica vita cristiana, ma come la ricerca della modalità più appropriata per definire, a partire dalle proprie potenzialità, le forme del legame al Signore.
Preghiamo
Come potrà un giovane tenere pura la sua via?
Osservando la tua parola.
Con tutto il mio cuore ti cerco:
non lasciarmi deviare dai tuoi comandi.
dal Sal 118 (119)