Sir 39, 12-22; Sal 32 (33); Mc 6, 1-6a
Le opere di ogni uomo sono davanti a lui, non è possibile nascondersi ai suoi occhi; egli guarda da un’eternità all’altra, nulla è straordinario davanti a lui. Non bisogna dire: «Che cos’è questo? Perché quello?». Tutto infatti è stato creato con uno scopo preciso. La sua benedizione si diffonde come un fiume e come un diluvio inebria la terra.
Guardare al mondo con uno sguardo sapiente significa evitare di chiedersi la ragione di ogni fenomeno. Apparentemente, quanto propone la Scrittura sembrerebbe limitare le facoltà umane, ma quello sarebbe un controsenso, nella misura in cui anch’esse sono opera divina. Piuttosto, si tratta di rinunciare a un atteggiamento scettico, che mette alla prova tutto quanto esiste solo per il gusto di rifiutarne il senso, arrivando a non gustare nulla.
Se per Dio “nulla è straordinario”, in quanto lo conosce appieno, avendolo creato, significa che invece gli esseri umani si possono meravigliare di quanto li circonda, anzi quello è lo sguardo che porta a non dubitare del fatto che si tratti di un dono; abbandonando lo sguardo circospetto, che teme la realtà non sia altro che inganno, è possibile innanzitutto ringraziare perché lo scopo preciso del creato è il bene delle creature e di conseguenza operare perché quella benedizione sia percepita da tutti.
Preghiamo
Tema il Signore tutta la terra,
tremino davanti a lui gli abitanti del mondo,
perché egli parlò e tutto fu creato,
comandò e tutto fu compiuto.
dal Salmo 32 (33)