Ct 2,1; 4,1a.3b.4a; 7,6; 8,11a.12a.7a-b; Sal 79; Mt 22,1-14
«Il re disse ai suoi servi: “La festa di nozze è pronta, ma gli invitati non erano degni; andate ora ai crocicchi delle strade e tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze”. Usciti per le strade, quei servi radunarono tutti quelli che trovarono, cattivi e buoni…» Mt 22,8-10b
Se conosciamo Gesù e lo chiamiamo il Salvatore, allora ci è stato fatto un dono, con un invito. Ma c’è, nello stesso tempo, spazio anche per la nostra decisiva responsabilità: possiamo esserci o non esserci, partecipare o accontentarci di aver saputo. E non è affatto scontato che abbiamo veramente compreso cosa significhi essere in festa con il Dio di Gesù Cristo. Possiamo benissimo aver celebrato il Natale e aver rincorso solamente noi stessi ed essere rimasti attaccati ai nostri progetti e interessi, dimentichi delle nozze. Abbiamo ancora tempo, se questa Parola fa breccia in noi, se avremo il coraggio di mettere a tacere almeno un attimo l’affanno delle nostre aspettative, delle nostre imprese, degli obiettivi con i quali cerchiamo di garantirci gioia e serenità. Ci fa davvero bene provare un poco a “togliere le mani” dal mondo, per evitare di pensare di essere noi a tenerlo insieme; proprio come ci insegna la sapienza dell’Israele della fede con lo shabbat, il sabato, il giorno della cessazione.
Preghiamo
Ai figli di Israele Dio mandò la sua parola
e annunciò la pace per mezzo di Cristo.
Misericordia e fedeltà si sono incontrate,
giustizia e pace si sono unite in lui.
dalla liturgia