Ger 16,19-21; Sal 15; Zc 10,6-9; Mt 21,18-22
«Signore, mia forza e mia difesa, mio rifugio nel giorno della tribolazione, a te verranno le genti dalle estremità della terra e diranno: “I nostri padri ereditarono soltanto menzogna, e nullità che non giovano”». Ger 16,19
La forza e pure il fascino dei profeti risiedono anche nella loro capacità di non disperare nei tempi bui, di non lasciar cadere le braccia nei passaggi di disgregazione e di svuotamento di senso: sono uomini che sanno guardare oltre; e anche quando non riconoscono la via di uscita, non smettono di sospingere a speranza, perché “vedono” l’invisibile e si fidano dei tempi nuovi che verranno. Così fa Geremia, che, mentre vede il suo popolo allontanarsi dall’Alleanza con irridente noncuranza, osa mantenere vivo il sogno di una festosa comunione con Dio che riguardi non solo i suoi fratelli di Israele, ma addirittura tutti i popoli, senza distinzione; e tutti capaci di riconoscere i segni del regno di Dio che viene, di fronte alla menzogna che tanto facilmente avvince cuori e menti. Può essere anche questa, oggi, la nostra preghiera: Signore, mia forza e mia difesa, mio rifugio?
Preghiamo
Guidami nella tua verità
e fammi tuo discepolo, Signore,
perché tu sei il mio Dio
e in te sempre ho sperato.
dalla liturgia del giorno