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Il sorgere della luce

Mercoledì della II settimana di Avvento

27 Novembre 2024

Ger 3,6a.12a.14-18; Sal 86; Zc 2,5-9; Mt 12,22-32

«In quel tempo chiameranno Gerusalemme “Trono del Signore”, e a Gerusalemme tutte le genti si raduneranno nel nome del Signore e non seguiranno più caparbiamente il loro cuore malvagio». Ger 3,17

Da secoli, sono tante le genti che guardano a Gerusalemme come al luogo che rappresenta la presenza del Signore dentro la storia e accanto all’umanità “sua”. E tanti sono stati, e – purtroppo – ancora sono, i conflitti che si scatenano attorno a quella terra, da molti chiamata benedetta e santa, e insieme resa sofferente e segno di violenza, esclusione, paura. Geremia disegna e annuncia un tempo in cui, per iniziativa del Signore, Gerusalemme potrà conoscere un percorso spirituale e religioso secondo il cuore di Dio (Ger 3,15), in cui la vita potrà serenamente rifiorire (cfr. 3,16) in un clima di pace e collaborazione tra tutti i popoli; descrive persino l’irrilevanza di un segno così prezioso come l’arca dell’alleanza, quando sapremo abbandonare la nostra cattiveria, che sembriamo inseguire con caparbietà, quasi desiderando non lasciare spazio a benevolenza e misericordia. È un’utopia irrealizzabile o è un obiettivo in vista del quale fare scelte e intraprendere iniziative? Che cosa ci è chiesto per riuscire a non seguire più caparbiamente il nostro cuore malvagio?

Preghiamo

Sorga come stella la tua giustizia, o Dio,
e rifulga la luce del tuo Salvatore.

dalla liturgia del giorno