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Per riscattarci dalla schiavitù

Venerdì della I settimana di Avvento

22 Novembre 2024

Ger 2,1-2a.23-29; Sal 50; Am 9,11-15; Mt 9,35-38

«In quel giorno rialzerò la capanna di Davide, che è cadente; ne riparerò le brecce, ne rialzerò le rovine, la ricostruirò come ai tempi antichi». Am 9,11

Possiamo anche avere tanti, tantissimi motivi per descrivere il nostro tempo, il nostro mondo, le nostre Chiese, le nostre società, con gli stessi tratti che il profeta Amos riprende per descrivere il popolo di Israele del suo tempo: come un edificio di poco conto e ormai in rovina, progettualità piene di fallimenti, resti poco promettenti. A descrizioni rovinose seguono però, nel nostro testo, le incoraggianti parole del Signore, che annuncia nuove possibilità, processi riparativi, costruzioni che tornano a innalzarsi e a stare in piedi. Se non credessimo a questo, perché rinnovare l’attraversamento di un tempo di attesa, come questo? Siamo in attesa perché crediamo a un Avvento, a un venire che sa cambiare, mutare, ricostruire. Le lamentele, allora, lascino spazio a parole di nuovo slancio; le frustrazioni si aprano a nuove possibilità; il senso del fallimento richiami nuovi investimenti di energia, fiducia, responsabilità, impegno. Perché il regno di Dio, annunciato vicino da parte di Gesù, non si è perso per strada e non è stato annientato dalla nostra incapacità, né il male ha vinto nella storia.

Preghiamo

Ecco: il Signore viene, egli ci salverà.
Le mani indebolite si riprendano,
le ginocchia piegate si rafforzino.
Dite a chi ha il cuore debole:
«Coraggio, non temete!».

dalla liturgia del giorno