Ap 1,10; 2,18-29; Sal 16; Lc 10,1b-12
Dopo questi fatti il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi. Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai!». (Lc 10,1-2)
Se il desiderio di partecipare è contagioso, lo è anche la missione di invitare al banchetto. Sono molte le persone chiamate e inviate a invitare. «Altri settantadue», sempre insieme, mandati da Gesù a invitare al banchetto a cui lui stesso verrà. Molti, ma mai abbastanza. Non è questione di numero, ma di desiderio, di attesa, di contagio. E il miracolo avviene, sempre, e si ripete: invitare al banchetto produce un piccolo banchetto; accogliere al banchetto significa anche, innanzitutto, essere accolti. Entrate nelle case, rimanetevi, accettate con gratitudine ciò che vi danno; trasformate l’invito stesso in un momento di gioia, condivisione, comunità. Proprio come sarà al banchetto finale. Non possiamo invitare al banchetto di Gesù, dove tutto è comunione e condivisione, pensando di rimanere autosufficienti, mai bisognosi di accoglienza o anche solo di un bicchiere d’acqua. Impariamo a costruire relazioni di accoglienza, ma soprattutto impariamo ad accogliere le relazioni che ci vengono offerte proprio perché lavoriamo per il Regno.
Preghiamo
Sono un uomo di speranza perché credo che lo Spirito Santo
è all’opera nella Chiesa e nel mondo.
Sono un uomo di speranza perché credo che lo Spirito
Creatore dà a chi lo accoglie una libertà nuova e
una provvista di gioia e di fiducia. […]
Felici coloro che osano sognare e che sono disposti
a pagare il prezzo più alto perché il loro sogno prenda corpo
nella vita degli uomini.
(L.J. Suenens)