2Tm 3,1-9; Sal 35; Lc 21,10-19
Metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, […] a causa del mio nome. Avrete allora occasione di dare testimonianza. Mettetevi dunque in mente di non preparare prima la vostra difesa; io vi darò parola e sapienza, cosicché tutti i vostri avversari non potranno resistere né controbattere. (Lc 21,12-15)
Quanti “se” e quanti “ma” spesso condizionano la nostra vita di discepoli e la nostra missione. «Se fossi in una situazione diversa, se la gente fosse più interessata, ma così non si può lavorare…». Quante circostanze giudichiamo essere ostacoli alla nostra missione e ci fanno percepire inutile la nostra presenza e il nostro lavoro! Situazioni inutili? Ma per chi veramente? Gesù ci dice come il Vangelo non ha catene e testimoniare la nostra missione, non il successo dei nostri programmi. Pier Luigi Maccalli (Liberate la pace, EMI, 2024, p. 49), rileggendo la sua esperienza di prigioniero per due anni nel deserto del Sahel, così scrive: «Guardando le catene che imprigionavano le mie caviglie dal tramonto all’alba mi sono detto una sera: ma che missionario sono, ora che i miei piedi sono incatenati? Se prendiamo i piedi come icona del messaggero di lieti annunci di pace […], io ero impossibilitato a camminare e quindi ero un missionario fallito. Ma fu proprio in quell’attimo di abbattimento che ebbi un flash interiore e mi dissi: i miei piedi sono incatenati ma il mio cuore no».
Preghiamo
Fa’ che le forze del perdono vincano le forze dell’odio
e della vendetta. Fa’ che i cuori si aprano e si fermino le armi.
Fa’ che sorga una patria sicura per tutti. Fa’ che tutti gli
uomini di buona volontà, di ogni religione, abbattano
le montagne dei pregiudizi, colmino le fosse dell’odio
e spianino i cammini che conducono a un futuro comune.
(Hermann Shalück)