Ne 2, 9-20; Sal 50 (51); Lc 12, 49-53
Allora io dissi loro: «Voi vedete la miseria nella quale ci troviamo, poiché Gerusalemme è in rovina e le sue porte sono consumate dal fuoco. Venite, ricostruiamo le mura di Gerusalemme e non saremo più insultati!». Narrai loro della mano del mio Dio, che era benefica su di me, e riferii anche le parole che il re mi aveva riferite. Quelli dissero: «Su, costruiamo!». (Ne 2,17-18)
La parola del profeta rende concreto ciò che sembrava impossibile: certo Gerusalemme è in rovina, ma è possibile impegnarsi per costruire un altro esito della storia. Ciò spinge il popolo a trovare nuove forze, impegnandosi per costruire anziché lasciarsi opprimere dalla tristezza. Questa è l’occasione che ogni giorno è offerta a ogni cristiano: lasciarsi spronare per non indugiare nell’immobilismo, oppure addirittura verificare se la propria opera è necessaria perché anche altri ritrovino forza.
Preghiamo
Insegnerò ai ribelli le tue vie
e i peccatori a te ritorneranno.
Signore, apri le mie labbra
e la mia bocca proclami la tua lode.
dal Salmo 50 (51)