Es 33, 18-23; 34, 5-7a; Sal 62 (63); Rm 8, 1-9b; Gv 15, 24-27
Allora il Signore scese nella nube, si fermò là presso di lui e proclamò il nome del Signore. Il Signore passò davanti a lui, proclamando: «Il Signore, il Signore, Dio misericordioso e pietoso, lento all’ira e ricco di amore e di fedeltà, che conserva il suo amore per mille generazioni». (Es 33,22-23)
Il Signore si presenta a Mosè come un Dio che ama. Quell’amore è ricco di molte sfumature: misericordia, pietà, fedeltà, rifiuto dell’ira. Per manifestare quell’amore, il Signore resta però nella nube, chiede a Mosè di non guardarlo in faccia.
Quella distanza è annullata in Gesù: il Padre si rivela pienamente nel Figlio, incontrando ogni essere umano facendosi carne. L’amore di Dio può così essere conosciuto come amore trinitario, un legame tanto stretto tra le persone della Trinità da allargarsi fino a includere ogni essere umano.
Oggi è il giorno per lasciarsi coinvolgere in quell’amore.
Preghiamo
Come saziato dai cibi migliori,
con labbra gioiose ti loderà la mia bocca.
Quando nel mio letto di te mi ricordo
e penso a te nelle veglie notturne,
a te che sei stato il mio aiuto,
esulto di gioia all’ombra delle tue ali.
Dal Salmo 62 (63)