At 7,2-8.11-12a.17.20-22.30-34.36-42a.44-48a.51-54; Sal 117; 1Cor 2,6-12; Gv 17,1b- 1
Gesù, alzati gli occhi al cielo, disse: «Padre, è venuta l’ora: glorifica il Figlio tuo perché il Figlio glorifichi te. Tu gli hai dato potere su ogni essere umano, perché egli dia la vita eterna a tutti coloro che gli hai dato». (Gv 17,1b-2)
Se diciamo che Dio è l’Onnipotente, diciamo questa verità che il Vangelo secondo Giovanni ci riporta in modo chiaro: l’onnipotenza è solo quella dell’amore, non semplicemente una sorta di dichiarazione di arbitraria superiorità. Il «potere» che il Padre ha dato al Figlio, Gesù, è il mandato di prendersi cura della vita del mondo, del cammino di tutto e di tutti. La “gloria” di cui Gesù parla è l’innalzamento sulla croce, è il supremo e definitivo dono della vita per amore, è quella pienezza che corrisponde a dedizione e passione, cura e perdono. Non c’è un’altra “gloria” da cercare, non un altro percorso a cui lo Spirito di Gesù voglia sospingerci. Ogni ricerca di potere in altra direzione sarebbe tradimento di questa prospettiva di salvezza che in Gesù abbiamo conosciuto. La vita cristiana è risposta a questa assunzione di responsabilità che è dell’Onnipotente Padre, del Figlio Gesù, che per questo chiamiamo il Salvatore, dello Spirito alla cui luce vogliamo rispondere.
Preghiamo
Rendete grazie al Signore perché è buono,
perché il suo amore è per sempre.
Dica Israele: «Il suo amore è per sempre».
dal Salmo 117