At 22,23-30; Sal 56; Gv 10,31-42
Gesù ritornò quindi nuovamente al di là del Giordano, nel luogo dove prima Giovanni battezzava, e qui rimase. Molti andarono da lui e dicevano: «Giovanni non ha compiuto nessun segno, ma tutto quello che Giovanni ha detto di costui era vero». E in quel luogo molti credettero in lui. (Gv 10,40-42)
Gesù compiva “segni”, evidenze dell’intervento di Dio nella storia. Giovanni non aveva manifestato segni rilevanti, ma la sua testimonianza aveva lasciato il segno nel cuore di molti, che incontrando il Maestro e Signore di Nàzaret, avevano saputo recuperare le parole del Battista, uomo credibile e incisivo. Così dovrebbe essere ancora oggi la nostra Chiesa, la vita delle nostre comunità: povera di rilevanza, senza segni miracolosi, incapace di prodigi fuor dal comune, ma con una testimonianza decisa e credibile, in cui parole e vita sanno suggerire l’attenzione a un Altro, che si può incontrare e che può davvero guarire, curare, incoraggiare, promettere con efficacia, garantire vita e pace, persino gioia! Una testimonianza, come ci dice il Vangelo, che si potrà portare anche fuori dai luoghi “santi”, «al di là del Giordano», in spazi inattesi; ma non per questo incapaci di parlare di Gesù. Perché molti possano credere in lui.
Preghiamo
Volgi benigno lo sguardo, o Padre,
ai doni che la tua Chiesa ti offre nella gioia
e fa’ di essi un sacramento di salvezza
per quanti li riceveranno con fede.
dalla liturgia del giorno