At 11,27-30; Sal 132; 1Cor 12,27-31; 14,1a; Gv 7,32-36
Perciò i capi dei farisei e i sacerdoti mandarono delle guardie per arrestarlo. Gesù disse: «Ancora per poco tempo sono con voi; poi vado da colui che mi ha mandato. Voi mi cercherete e non mi troverete; e dove sono io, voi non potete venire». (Gv 7,32b-34)
Il mondo può anche mettersi contro l’Evangelo, può rifiutarlo, può opporvisi; può non dare alcun credito a Gesù e alle sue parole. Ma resta che è proprio questo ciò di cui abbiamo bisogno. Quello che cerchiamo, tutti, è quell’amore che salva il mondo, quella bellezza che trasforma le nostre fatiche in opportunità, quella prospettiva e quella speranza che costruiscono futuro per noi, questa umanità, il nostro pianeta, e anche oltre. E Gesù ce ne ha offerto l’insegnamento e ce ne ha fatto dono; con le sue parole, con la sua vita e con quel passaggio definitivo che è la risurrezione dopo la morte ingiusta accolta senza desiderio di vendetta. Quello che cerchiamo è un perdono, un cammino luminoso ancora percorribile, uno scenario in cui la bellezza vinca sulle brutture che ben conosciamo. Ecco: l’assenza di Gesù non è vuoto, è invece indice di una via che nello Spirito di Dio può farsi nostra, un rinnovato e promettente cammino nelle cose belle.
Preghiamo
Dal suo tempio il Signore
ascoltò la mia voce, alleluia;
al suo orecchio pervenne il mio grido, alleluia.
dalla liturgia del giorno