At 8,9-17; Sal 67; Gv 5,31-47
Gesù disse: «Vi conosco: non avete in voi l’amore di Dio. Io sono venuto nel nome del Padre mio e voi non mi accogliete; se un altro venisse nel proprio nome, lo accogliereste. E come potete credere, voi che ricevete gloria gli uni dagli altri, e non cercate la gloria che viene dall’unico Dio?». (Gv 5,42-44)
Il nostro tempo, in modo forse non così differente da altri tempi, mostra un’irrefrenabile ricerca di visibilità, di pubblico riconoscimento: chiamiamo grandezza la fama, la capacità di influenzare altri, le posizioni di prestigio raggiunte, soprattutto se ci pongono a un livello di superiorità economica, sociale, lavorativa. Ciò che Gesù chiama «gloria» è proprio altra cosa: è la bellezza di appartenere al disegno di amore e di eternità di Dio, è la comunione di intenti con il Signore, e la sua grandezza, che è dedizione e cura, promessa certa, futuro. Niente di strano, allora, che anche il nostro tempo, come quello contemporaneo a Gesù, possa conoscere ancora il rifiuto della Via che conduce a salvezza. Tocca un po’ a noi, che abbiamo conosciuto la Pasqua, costruire una terra nuova, in cui brilla una «gloria» sconosciuta ai più, che il Vangelo non cessa di annunciarci come Buona Notizia, promettente e capace di donare definitivamente quella gioia che tutti cerchiamo, a volte chissà dove…
Preghiamo
Dice il Signore: «Io vi ho scelto dal mondo
e vi ho costituito perché andiate e portiate frutto,
e il vostro frutto rimanga», alleluia.
dalla liturgia del giorno