Gb 2,1-10; Sal 118 (119); Tb 2,1b-10d; Lc 21,34-36
«State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso all’improvviso. Vegliate in ogni momento pregando, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere e di comparire davanti al Figlio dell’uomo». (Lc 21,34.36)
La corsa ai beni e, soprattutto, ai piaceri di questo mondo può allontanarci da Dio. Viviamo in un’epoca in cui la parola sobrietà non dice quasi nulla, perché l’apparire e il dimostrare hanno preso il sopravvento. Gesù ci propone invece una vita interiore fatta di vigilanza. Vegliare e pregare sono due atteggiamenti capaci di introdurci all’intimità con Dio.
Preghiamo
Nel cuore della notte mi alzo a renderti lode
per i tuoi giusti decreti.
Sono amico di coloro che ti sono fedeli
e osservano i tuoi precetti.
Del tuo amore, Signore, è piena la terra;
insegnami il tuo volere.
cfr. Salmo 118,62-64