Es 30, 34-38; Sal 96 (97); 2Cor 2, 14-16a; Lc 1, 5-17
«Non farete per vostro uso alcun profumo di composizione simile a quello che devi fare: lo riterrai una cosa santa in onore del Signore. Chi ne farà di simile, per sentirne il profumo, sia eliminato dal suo popolo». (Es 30,34-38)
Il Signore istruisce Mosè sulla composizione del profumo che sarà usato per rendergli culto. Quella norma può apparire del tutto formale, ma in realtà fornisce un’indicazione preziosa: ci sono aspetti quotidiani che possono trasformarsi in atti di culto nei confronti del Signore. Non si tratta di compiere azioni particolarissime, ma di riconoscere che a partire da gesti semplici è possibile fare memoria del legame con Lui.
In particolare, avere a che fare con sostanze che diffondono il loro aroma può essere interpretato, come farà Paolo nella lettera ai Corinzi, con un aspetto fondamentale della vita cristiana: nessuna azione è valida solo in sé, ma può diffondersi senza limite. Nessuno può delimitare la diffusione del bene ricevuto dal Signore, ma ciascuno può contribuire a far sì che raggiunga ambiti e luoghi insperati.
Preghiamo
Si vergognino tutti gli adoratori di statue
e chi si vanta del nulla degli idoli.
A lui si prostrino tutti gli dèi!
Ascolti Sion e ne gioisca,
esultino i villaggi di Giuda
a causa dei tuoi giudizi, Signore.
dal Salmo 96 (97)