At 6,8-7,2a; 7,51-8,4; Sal 30; 2Tm 3,16;4,1-8; Mt 17,24-27 oppure Gv 15,18-22
Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi. Gv 15,20
Il bianco del Natale si tinge del rosso del martirio. Alla gioia del Natale la liturgia contrappone lo strazio di chi è ucciso a causa della fede: la “magia” di questi giorni è così interrotta con questo Vangelo in cui Gesù preannuncia odio e violenza dal mondo. La persecuzione accompagna la Chiesa fin dal suo esordio: chi segue il figlio di Dio è emarginato, deriso, talvolta ucciso. È successo a Stefano, accade anche ai giorni nostri. La sfida del Vangelo chiede di arrivare in fondo. L’odio non è in grado di spegnere l’amore, insegna il protomartire. Il martire testimonia Gesù fino all’effusione del sangue. «Il sangue dei martiri è seme di nuovi cristiani» diceva già Tertulliano verso la fine del II secolo dopo Cristo, «… offrendo la vita, seminano cristiani per il futuro e nelle altre Chiese» (papa Francesco). In questa ottava di Natale possiamo concludere la giornata con un pensiero rivolto ai martiri di oggi.
Preghiamo
Il martirio è una grazia di Dio
che non credo di meritare.
Ma se Dio accetta il sacrificio della mia vita,
il mio sangue sia seme di libertà
e segno che la speranza sarà presto realtà.
Oscar Romero