Rut 1,15-2,3; Sal 51; Est 3,8-13; 4,17i-17z; Lc 1,19-25
Quanto a noi, salvaci con la tua mano e vieni in mio aiuto, perché sono sola e non ho altri che te, Signore! Est 4,17
Nelle pagine di Ester entra oggi in scena un altro personaggio, Aman, amministratore generale del regno. A lui il giudeo Mardocheo si rifiuta di piegare le ginocchia. Questo affronto provoca l’ira del funzionario che decide lo sterminio di tutti i giudei. Ester si unisce alla preghiera del suo popolo per intercedere presso Dio, fa penitenza e supplica il Signore. Il cuore della sua preghiera è il riconoscimento della propria personale debolezza: «Vieni in aiuto a me che sono sola e non ho altro soccorso all’infuori di te». La giovane regina è piena di paura, tuttavia è sostenuta dalla preghiera: ripensa alle sue origini ebree e si affida alla provvidenza. Confrontiamoci con la figura di Ester che compie un vero cammino interiore, diventando consapevole della propria dignità nel sapersi figlia di Dio. Guardando alla sua personale preghiera, diventiamo anche noi vere regine, capaci di intercedere per i deboli.
Preghiamo
Se non mi ascolta più nessuno,
Dio mi ascolta ancora.
Se non posso più parlare con nessuno,
più nessuno invocare,
a Dio posso sempre parlare.
Se non c’è più nessuno che possa aiutarmi
Egli può aiutarmi.
François-Xavier Van Thuan