Ez 35,1a; 36,1a.8-15; Sal 147; Eb 9,11-22; Mt 21,28-32
E voi, monti d’Israele, mettete rami e producete frutti per il mio popolo Israele, perché sta per tornare. Ez 35,8
Lo scenario che la liturgia propone in questo ultimo tratto d’Avvento si trasforma. Il Signore parla alla sua amata terra, ai monti d’Israele. Chiede che i campi siano arati e seminati perché diventino pieni di vegetazione e ricchi di ogni specie di frutto. Sono parole di benedizione per il popolo: la fioritura della terra diventa promessa che mai più ci sarà esilio e insulto straniero. Israele sta per tornare nella terra promessa e tutto deve essere accogliente: quando arriverà dovrà stare bene e sentirsi a casa in una terra bella e ospitale. Agli esuli di Babilonia si prospettano pace e consolazione. Quanta carità, quante attenzioni mette chi sa amare: i gesti del Signore diventino anche i nostri. Prepariamo il terreno per accogliere il Signore che sta per venire e, con bontà e generosità, proviamo ad aiutare altri: condividiamo la nostra gioia con chi non ha casa e si sente estraneo nella comunità.
Preghiamo
Dio d’amore, mentre restiamo alla tua presenza,
rendici capaci di cogliere
l’infinita bellezza di ciò che hai creato,
di tutto ciò che viene da te,
della tua inesauribile compassione.
Frère Alois di Taizé