Gen 3,9a-b.11b.12-15.20; Sal 97; Ef 1,3-6.11-12; Lc 1,26b-28
L’uomo chiamò sua moglie Eva, perché ella fu la madre di tutti i viventi. Gen 3,20
La liturgia della solennità dell’Immacolata – anticipo di Natale – si apre con la lettura del noto racconto della Genesi sul peccato. I padri della Chiesa vi hanno visto un preludio della vittoria del Messia e di Maria, sua madre, sul male. Al di là della affermazione finale della donna sul serpente, oggi poniamo lo sguardo su Eva. Come madre di tutti i viventi è segno dell’intera discendenza nel travagliato rapporto con Dio, così come i profeti hanno messo in luce nel corso dei secoli. Nell’Apocalisse (21,9) sarà poi segno di una nuova umanità rigenerata in Cristo, «la promessa sposa, la sposa dell’Agnello». Il nome dato dall’uomo alla compagna significa “colei che dà la vita”, con la forza della benedizione di Dio che non termina, nonostante il peccato dell’uomo. Oggi, guardando a Maria madre di Cristo, siamo grati per tutte le donne che, trasmettendo la vita, sono strumento di grazia per il mondo intero.
Preghiamo
Ave Maria,
Madre di ogni nostro desiderio difelicità.
Tu sei la terra che dice sì alla vita.
Tu sei l’umanità che dà il suo consenso a Dio.
Tu sei la nuova Eva e la madre dei viventi.
Michel Hubaut