Ez 3,22-4,3; Sal 129; Eb 5,1-10; Mt 10,1-6
Figlio dell’uomo, prendi una tavoletta d’argilla, mettila dinanzi a te, disegnaci sopra una città, Gerusalemme, e disponi intorno a essa l’assedio. Ez 4,1-2b
Ezechiele riceve un nuovo, curioso, ordine da Dio: con dell’argilla si improvvisa architetto per realizzare una specie di modellino di Gerusalemme – da sempre considerata inespugnabile e invincibile – in balìa dei babilonesi. La descrizione circa la preparazione dell’assedio è drammaticamente precisa e non lascia molto spazio all’immaginazione: ci sono le torri, i terrapieni, gli accampamenti e gli arieti. Dio stesso indica tutto questo come un segno, un chiaro avviso che non c’è tempo da perdere per cambiare vita. Anche chi si crede forte e invulnerabile è soggetto alla caduta e all’errore, come capitato alla Città santa. Al termine di questa prima settimana di Avvento provo a individuare quei segni di conversione e cambiamento che il Signore ha posto sul cammino di quest’anno. Con umiltà, riconosco anche i limiti a cui mi sono esposto e le situazioni di debolezza che non sono riuscito ad arginare.
Preghiamo
Ahimè! Ecco le mie piaghe non le nascondo:
tu sei medico, io malato;
tu sei misericordioso, io misero.
Ogni mia speranza
è tutta nella tua sconfinata misericordia.
Agostino d’Ippona