Ez 1,13-28b; Sal 96; Gl 2,1-2; Mt 7,21-29
Era circondato da uno splendore simile a quello dell’arcobaleno fra le nubi in un giorno di pioggia. Così percepii in visione la gloria del Signore. Ez 1,27b.-28
L’arcobaleno che splende sulle nubi, dopo un lungo giorno di pioggia, suscita sempre emozioni e stupore col fascino di tutti i suoi colori. L’arco di luce unisce estremità molto distanti. Il pensiero corre all’alleanza di pace stipulata da Dio col suo popolo dopo il diluvio nella Genesi (9,13) e all’Apocalisse (4,1-11). Ezechiele lo lega allo splendore e alla gloria divina con l’immagine di una «figura dalle sembianze umane» (1,26) che richiama l’impegno solenne di Dio in favore del mondo e dei viventi che lo popolano: anche in uno scenario di punizione e distruzione il Signore vuole la salvezza e la custodia delle sue creature. Da questo stile non possiamo che imparare: si educa al bene facendo richiami e stringendo patti di fiducia. Anche dopo scelte di buio possono risplendere la luce e i colori dell’iride. Ogni discernimento educativo è preceduto dalla capacità di amare, con verità, nella carità.
Preghiamo
Se invece sei tu che mi guardi
subito sfoderi dall’occhio una luce
uguale a spada acutissima
e sempre più luce effondi e ferisci:
no, non ci sono per te mai tenebre
e più chiara è la notte del giorno.
David Maria Turoldo