Gen 17,9-16; Sal 118 (119); Pr 8,12-21; Mt 6,7-15
Invece, quando tu preghi, entra nella tua camera, chiudi la porta e prega il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà. Pregando, non sprecate parole come i pagani: essi credono di venire ascoltati a forza di parole. (Mt 6,6-7)
Sono sempre impressionato nel vedere i musulmani, soprattutto i giovani, correre con un piccolo tappetino alla moschea per pregare. È una meraviglia vederli accostare l’auto a lato strada per pregare a cielo aperto su un piccolo “tappetino”. La loro fede mi ha sempre portato a chiedermi: “Anand, quanto grande è la tua fede?”. Eppure, mi domando sempre quando vedo i musulmani pregare: “Che cosa sentono quando pregano?”. Me lo chiedo perché la loro preghiera è piuttosto un rito, mentre la preghiera cristiana è un parlare col Padre. Anzi, essa è esser zitto davanti al Padre per ascoltare il cuore del Figlio e contemplare il suo volto. La preghiera è un affare del cuore che accende il fuoco della fede per testimoniarla pubblicamente. A volte basta dire: «Abbi pietà di me».
Preghiamo
Signore, insegnami la preghiera del cuore
perché l’anima mia trovi il tuo cuore.
Insegnami ad ascoltare il tuo silenzio
e donami un desiderio costante
di parlarti senza parole inutili.