Ez 12,1-7; Sal 102; Sof 1,1.14-18; Mt 15,10-20
Davanti a loro uscirai però al tramonto, come partono gli esiliati. Ez 12,4b
Un popolo che non vede la storia e non ascolta la Parola di Dio è destinato alla distruzione e si priva della grazia che il Signore vorrebbe concedergli per la conversione. A questo punto Dio chiede a Ezechiele di compiere un’azione simbolica: la svolgerà nella figura dell’emigrante. Anticipo per il popolo di Gerusalemme di una seconda deportazione. Ezechiele dovrà preparare il bagaglio da profugo e uscire al tramonto. Lo farà attraverso la breccia dell’oscurità e col viso coperto per non vedere il paese: sarà una separazione netta, un allontanamento definitivo. Il profeta non dovrà, però, uscire di nascosto: la gente lo deve vedere, il suo è un segno e un monito per tutti. Forse comprenderà di essere una genìa di ribelli e si aprirà alla fede nella Parola del Signore per riconoscere gli sbagli. Oggi preghiamo per i migranti: la loro situazione di povertà ci sia di forte richiamo.
Preghiamo
Dio eterno, nella tua grande misericordia,
abbi compassione di noi,
Signore della nostra forza,
roccia del nostro asilo,
scudo della nostra salvezza,
nostro solo rifugio.
Dalla liturgia ebraica