1Re 11,41-12,2.20-25b; Sal 47; Lc 11,37-44 «Mentre stava parlando, un fariseo lo invitò a pranzo. Egli andò e si mise a tavola. Il fariseo vide e si meravigliò che non avesse fatto le abluzioni prima del pranzo. Allora il Signore gli disse: “Voi farisei pulite l’esterno del bicchiere e del piatto, ma il vostro interno è pieno di avidità e di cattiveria. Stolti! Colui che ha fatto l’esterno non ha forse fatto anche l’interno? Date piuttosto in elemosina quello che c’è dentro, ed ecco, per voi tutto sarà puro”». (Lc 11,37-41) Colpisce l’assoluta libertà dalle rigide regole religiose e convenzioni sociali che fa dire a Gesù schiettamente la verità, nonostante gli obblighi dell’ospitalità consigliassero forse più prudenza. La libertà di Gesù non è quella del senso comune e superficiale dato oggi a questa parola: «Faccio quello che voglio», e non è neppure bizzarro anticonformismo. Gesù è un uomo libero perché totalmente obbediente. Quale paradosso per la mentalità odierna! Egli non si lascia condizionare da niente e nessuno, se non dalla volontà del Padre e dall’amore per l’uomo; due precisi punti di riferimento che coincidono e orientano gesti, parole, scelte. Gesù non fa quello che vuole, ma vuole quello che fa: liberamente e coscientemente vuole donare tutto se stesso, fino alla fine. Preghiamo col Salmo Come avevamo udito, così abbiamo visto. Gioisca il monte Sion, esultino i villaggi di Giuda a causa dei tuoi giudizi.