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Esd 10,9-17; Sal 118; Lc 14,1a.7-11

23 Agosto 2013

SETTIMANA DELLA XIII DOMENICA DOPO PENTECOSTE

VENERDÌ

 

 

LETTURA

Lettura del libro di Esdra 10, 9-17

 

In quei giorni. Tutti gli uomini di Giuda e di Beniamino si radunarono a Gerusalemme entro tre giorni; si era al nono mese, il venti del mese. Tutto il popolo stava nella piazza del tempio di Dio, tremante per questo evento e per la gran pioggia.

Allora il sacerdote Esdra si levò e disse loro: «Voi avete prevaricato sposando donne straniere: così avete accresciuto le mancanze d’Israele. Ma ora rendete lode al Signore, Dio dei vostri padri, e fate la sua volontà, separandovi dalle popolazioni del paese e dalle donne straniere». Tutta l’assemblea rispose a gran voce: «Sì! Dobbiamo fare come tu ci hai detto. Ma il popolo è numeroso e siamo al tempo delle piogge; non è possibile restare all’aperto. D’altra parte non è lavoro di un giorno o di due, perché siamo in molti ad aver peccato in questa materia. I nostri preposti stiano a rappresentare tutta l’assemblea; e tutti quelli delle nostre città che hanno sposato donne straniere vengano in date determinate e con gli anziani della città, ogni città con i suoi giudici, finché non sia allontanata da noi l’ira ardente del nostro Dio, causata da questa situazione».

Soltanto Gionata, figlio di Asaèl, e Iaczia, figlio di Tikva, si opposero, appoggiati da Mesullàm e dal levita Sabbetài. I rimpatriati fecero come si era detto. Furono scelti il sacerdote Esdra e alcuni capi di casato, secondo il loro casato, tutti designati per nome. Essi iniziarono le sedute il primo giorno del decimo mese per esaminare la questione e terminarono con tutti gli uomini che avevano sposato donne straniere il primo giorno del primo mese.

 

 

SALMO

Sal 118 (119)

 

             ®  Tu sei giusto, Signore.

 

Tu sei giusto, Signore,

e retto nei tuoi giudizi.

Con giustizia hai promulgato i tuoi insegnamenti

e con grande fedeltà. ®

 

Uno zelo ardente mi consuma,

perché i miei avversari dimenticano le tue parole.

Limpida e pura è la tua promessa

e il tuo servo la ama. ®

 

Io sono piccolo e disprezzato:

non dimentico i tuoi precetti.

La tua giustizia è giustizia eterna

e la tua legge è verità. ®

 

 

VANGELO

Lettura del Vangelo secondo Luca 14, 1a. 7-11

 

Un sabato il Signore Gesù si recò a casa di uno dei capi dei farisei per pranzare e disse agli invitati una parabola, notando come sceglievano i primi posti: «Quando sei invitato a nozze da qualcuno, non metterti al primo posto, perché non ci sia un altro invitato più degno di te, e colui che ha invitato te e lui venga a dirti: “Cedigli il posto!”. Allora dovrai con vergogna occupare l’ultimo posto. Invece, quando sei invitato, va’ a metterti all’ultimo posto, perché quando viene colui che ti ha invitato ti dica: “Amico, vieni più avanti!”. Allora ne avrai onore davanti a tutti i commensali. Perché chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato».