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Ger 2,1-2a;3,1-5; Sal 76; Zc 1,1-16; Mt 11,16-24

24 Novembre 2014

 

Lunedì della II settimana di Avvento

 

 

Geremia

Lettura del profeta Geremia 2, 1-2a; 3, 1-5

 

In quei giorni. Mi fu rivolta questa parola del Signore: / «Va’ e grida agli orecchi di Gerusalemme: / Così dice il Signore: / Se un uomo ripudia la moglie / ed ella si allontana da lui per appartenere a un altro, / tornerà il primo ancora da lei? / Quella terra non sarebbe tutta contaminata? / E tu, che ti sei prostituita con molti amanti, / osi tornare da me? / Oracolo del Signore. / Alza gli occhi sui colli e osserva: / dove non sei stata disonorata? / Tu sedevi sulle vie aspettandoli, / come fa l’Arabo nel deserto. / Così hai contaminato la terra / con la tua impudicizia e perversità. / Per questo sono state fermate le piogge / e gli acquazzoni di primavera non sono venuti. / Sfrontatezza di prostituta è la tua, / non vuoi arrossire. / E ora gridi verso di me: “Padre mio, / amico della mia giovinezza tu sei! / Manterrà egli il rancore per sempre? / Conserverà in eterno la sua ira?”. / Così parli, ma intanto commetti / tutto il male che puoi».         

 

Salmo

Sal 76 (77)

 

     ®  La mia voce sale a Dio finché mi ascolti.

 

Forse il Signore ci respingerà per sempre,

non sarà mai più benevolo con noi?

È forse cessato per sempre il suo amore,

è finita la sua promessa per sempre? ®

 

Può Dio aver dimenticato la pietà,

aver chiuso nell’ira la sua misericordia?

Ricordo i prodigi del Signore,

sì, ricordo le tue meraviglie di un tempo. ®

 

Vado considerando le tue opere,

medito tutte le tue prodezze.

Hai riscattato il tuo popolo con il tuo braccio,

i figli di Giacobbe e di Giuseppe. ®

 

Profeti

Lettura del profeta Zaccaria 1, 1-6

 

Nell’ottavo mese dell’anno secondo di Dario, fu rivolta questa parola del Signore al profeta Zaccaria, figlio di Berechia, figlio di Iddo: «Il Signore si è molto sdegnato contro i vostri padri. Tu dunque riferirai loro: Così dice il Signore degli eserciti: Tornate a me – oracolo del Signore degli eserciti – e io tornerò a voi, dice il Signore degli eserciti. Non siate come i vostri padri, ai quali i profeti di un tempo andavano gridando: “Dice il Signore degli eserciti: Tornate indietro dal vostro cammino perverso e dalle vostre opere malvagie”. Ma essi non vollero ascoltare e non mi prestarono attenzione, oracolo del Signore. Dove sono i vostri padri? I profeti forse vivranno sempre? Le parole e le leggi che io avevo comunicato ai miei servi, i profeti, non si sono forse adempiute per i padri vostri? Essi sono tornati e hanno detto: “Quanto il Signore degli eserciti ci aveva minacciato a causa dei nostri traviamenti e delle nostre colpe, l’ha eseguito sopra di noi”».            

 

Vangelo

Lettura del Vangelo secondo Matteo 11, 16-24

 

In quel tempo. Il Signore Gesù diceva alle folle: «A chi posso paragonare questa generazione? È simile a bambini che stanno seduti in piazza e, rivolti ai compagni, gridano: / “Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato, / abbiamo cantato un lamento e non vi siete battuti il petto!”.

È venuto Giovanni, che non mangia e non beve, e dicono: “È indemoniato”. È venuto il Figlio dell’uomo, che mangia e beve, e dicono: “Ecco, è un mangione e un beone, un amico di pubblicani e di peccatori”. Ma la sapienza è stata riconosciuta giusta per le opere che essa compie».

Allora si mise a rimproverare le città nelle quali era avvenuta la maggior parte dei suoi prodigi, perché non si erano convertite: «Guai a te, Corazìn! Guai a te, Betsàida! Perché, se a Tiro e a Sidone fossero avvenuti i prodigi che ci sono stati in mezzo a voi, già da tempo esse, vestite di sacco e cosparse di cenere, si sarebbero convertite. Ebbene, io vi dico: nel giorno del giudizio, Tiro e Sidone saranno trattate meno duramente di voi. E tu, Cafàrnao, sarai forse innalzata fino al cielo? Fino agli inferi precipiterai! Perché, se a Sòdoma fossero avvenuti i prodigi che ci sono stati in mezzo a te, oggi essa esisterebbe ancora! Ebbene, io vi dico: nel giorno del giudizio, la terra di Sòdoma sarà trattata meno duramente di te!».