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Sir 44, 1; 49, 13-16; Sal 47; Mc 5, 21-24a. 35-43

27 Gennaio 2012

Venerdì della settimana della III domenica dopo l’Epifania

 

 

Lettura

Lettura del libro del Siracide 44, 1; 49, 13-16

 

Facciamo ora l’elogio di uomini illustri,/ dei padri nostri nelle loro generazioni./ La memoria di Neemia durerà a lungo;/ egli rialzò le nostre mura demolite,/ vi pose porte e sbarre/ e fece risorgere le nostre case./ Nessuno sulla terra fu creato eguale a Enoc;/ difatti egli fu assunto dalla terra./ Non nacque un altro uomo come Giuseppe,/ guida dei fratelli, sostegno del popolo;/ perfino le sue ossa furono onorate./ Sem e Set furono glorificati fra gli uomini,/ ma, nella creazione, superiore a ogni vivente è Adamo.            

 

 Salmo

 Sal 47 (48)

 

  ®  Il Signore è colui che ci guida.

 

O Dio, meditiamo il tuo amore

dentro il tuo tempio.

Come il tuo nome, o Dio,

così la tua lode si estende

sino all’estremità della terra;

di giustizia è piena la tua destra. ®

 

Gioisca il monte Sion,

esultino i villaggi di Giuda

a causa dei tuoi giudizi.

Circondate Sion, giratele intorno,

contate le sue torri. ®

 

Osservate le sue mura,

passate in rassegna le sue fortezze,

per narrare alla generazione futura: questo è Dio,

il nostro Dio in eterno e per sempre;

egli è colui che ci guida in ogni tempo. ®

 

Vangelo

Lettura del Vangelo secondo Marco 5, 21-24a. 35-43

 

In quel tempo. Essendo il Signore Gesù passato di nuovo in barca all’altra riva, gli si radunò attorno molta folla ed egli stava lungo il mare. E venne uno dei capi della sinagoga, di nome Giàiro, il quale, come lo vide, gli si gettò ai piedi e lo supplicò con insistenza: «La mia figlioletta sta morendo: vieni a imporle le mani, perché sia salvata e viva». Andò con lui.

Stava ancora parlando, quando dalla casa del capo della sinagoga vennero a dire: «Tua figlia è morta. Perché disturbi ancora il Maestro?». Ma Gesù, udito quanto dicevano, disse al capo della sinagoga: «Non temere, soltanto abbi fede!». E non permise a nessuno di seguirlo, fuorché a Pietro, Giacomo e Giovanni, fratello di Giacomo. Giunsero alla casa del capo della sinagoga ed egli vide trambusto e gente che piangeva e urlava forte. Entrato, disse loro: «Perché vi agitate e piangete? La bambina non è morta, ma dorme». E lo deridevano. Ma egli, cacciati tutti fuori, prese con sé il padre e la madre della bambina e quelli che erano con lui ed entrò dove era la bambina. Prese la mano della bambina e le disse: «Talità kum», che significa: «Fanciulla, io ti dico: àlzati!». E subito la fanciulla si alzò e camminava; aveva infatti dodici anni. Essi furono presi da grande stupore. E raccomandò loro con insistenza che nessuno venisse a saperlo e disse di darle da mangiare.