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At 22, 23-30; Sal 56; Gv 10, 31-42

8 Maggio 2012

MARTEDÌ  DELLA V SETTIMANA DI PASQUA

 

 

 

LETTURA

Lettura degli Atti degli Apostoli 22, 23-30

 

In quei giorni. Poiché i Giudei continuavano a urlare, a gettare via i mantelli e a lanciare polvere in aria, il comandante fece portare Paolo nella fortezza, ordinando di interrogarlo a colpi di flagello, per sapere perché mai gli gridassero contro in quel modo.

Ma quando l’ebbero disteso per flagellarlo, Paolo disse al centurione che stava lì: «Avete il diritto di flagellare uno che è cittadino romano e non ancora giudicato?». Udito ciò, il centurione si recò dal comandante ad avvertirlo: «Che cosa stai per fare? Quell’uomo è un romano!». Allora il comandante si recò da Paolo e gli domandò: «Dimmi, tu sei romano?». Rispose: «Sì». Replicò il comandante: «Io, questa cittadinanza l’ho acquistata a caro prezzo». Paolo disse: «Io, invece, lo sono di nascita!». E subito si allontanarono da lui quelli che stavano per interrogarlo. Anche il comandante ebbe paura, rendendosi conto che era romano e che lui lo aveva messo in catene.

Il giorno seguente, volendo conoscere la realtà dei fatti, cioè il motivo per cui veniva accusato dai Giudei, gli fece togliere le catene e ordinò che si riunissero i capi dei sacerdoti e tutto il sinedrio; fece condurre giù Paolo e lo fece comparire davanti a loro.              

 

 SALMO

Sal 56 (57)

 

          ®    Sei tu la mia lode, Signore, in mezzo alle genti.

             oppure

         ®   Alleluia, alleluia, alleluia.

 

Saldo è il mio cuore, o Dio,

saldo è il mio cuore.

Voglio cantare, voglio inneggiare:

svégliati, mio cuore,

svegliatevi, arpa e cetra,

voglio svegliare l’aurora. ®

 

 

Ti loderò fra i popoli, Signore,

a te canterò inni fra le nazioni:

grande fino ai cieli è il tuo amore

e fino alle nubi la tua fedeltà. ®

 

 

Innàlzati sopra il cielo, o Dio,

su tutta la terra la tua gloria. ®

 

 

VANGELO

Lettura del Vangelo secondo Giovanni 10, 31-42

 

In quel tempo. Di nuovo i Giudei raccolsero delle pietre per lapidarlo. Il Signore Gesù disse loro: «Vi ho fatto vedere molte opere buone da parte del Padre: per quale di esse volete lapidarmi?». Gli risposero i Giudei: «Non ti lapidiamo per un’opera buona, ma per una bestemmia: perché tu, che sei uomo, ti fai Dio». Disse loro Gesù: «Non è forse scritto nella vostra Legge: “Io ho detto: voi siete dèi”? Ora, se essa ha chiamato dèi coloro ai quali fu rivolta la parola di Dio – e la Scrittura non può essere annullata –, a colui che il Padre ha consacrato e mandato nel mondo voi dite: “Tu bestemmi”, perché ho detto: “Sono Figlio di Dio”? Se non compio le opere del Padre mio, non credetemi; ma se le compio, anche se non credete a me, credete alle opere, perché sappiate e conosciate che il Padre è in me, e io nel Padre». Allora cercarono nuovamente di catturarlo, ma egli sfuggì dalle loro mani.

Ritornò quindi nuovamente al di là del Giordano, nel luogo dove prima Giovanni battezzava, e qui rimase. Molti andarono da lui e dicevano: «Giovanni non ha compiuto nessun segno, ma tutto quello che Giovanni ha detto di costui era vero». E in quel luogo molti credettero in lui.