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Sir 34,21-31; Sal 48; Mc 7,14-30

6 Febbraio 2017

 

Lunedì della settimana della V domenica dopo l’Epifania
 

 

 

Lettura

Lettura del libro del Siracide  34, 21-31

 

Sacrificare il frutto dell’ingiustizia è un’offerta da scherno / e i doni dei malvagi non sono graditi. / L’Altissimo non gradisce le offerte degli empi / né perdona i peccati secondo il numero delle vittime. / Sacrifica un figlio davanti al proprio padre / chi offre un sacrificio con i beni dei poveri. / Il pane dei bisognosi è la vita dei poveri, / colui che glielo toglie è un sanguinario. / Uccide il prossimo chi gli toglie il nutrimento, / versa sangue chi rifiuta il salario all’operaio. / Uno edifica e l’altro abbatte: / che vantaggio ne ricavano, oltre la fatica? / Uno prega e l’altro maledice: / quale delle due voci ascolterà il Signore? / Chi si purifica per un morto e lo tocca di nuovo, / quale vantaggio ha nella sua abluzione? / Così l’uomo che digiuna per i suoi peccati / e poi va e li commette di nuovo: / chi ascolterà la sua supplica? / Quale vantaggio ha nell’essersi umiliato?

 

 

Salmo

Sal 48 (49)

 

® Guida i miei passi, Signore, sul sentiero della vita.

 

Ascoltate questo, popoli tutti,

porgete l’orecchio, voi tutti abitanti del mondo,

voi, gente del popolo e nobili,

ricchi e poveri insieme.

La mia bocca dice cose sapienti,

il mio cuore medita con discernimento. ®

 

Ma nella prosperità l’uomo non dura:

è simile alle bestie che muoiono.

Questa è la via di chi confida in se stesso,

la fine di chi si compiace dei propri discorsi.

Come pecore sono destinati agli inferi,

sarà loro pastore la morte. ®

 

Scenderanno a precipizio nel sepolcro,

gli inferi saranno la loro dimora.

Certo, Dio riscatterà la mia vita,

mi strapperà dalla mano degli inferi. ®

 

Vangelo

Lettura del Vangelo secondo Marco 7, 14-30

 

In quel tempo. Chiamata di nuovo la folla, il Signore Gesù diceva loro: «Ascoltatemi tutti e comprendete bene! Non c’è nulla fuori dell’uomo che, entrando in lui, possa renderlo impuro. Ma sono le cose che escono dall’uomo a renderlo impuro».

Quando entrò in una casa, lontano dalla folla, i suoi discepoli lo interrogavano sulla parabola. E disse loro: «Così neanche voi siete capaci di comprendere? Non capite che tutto ciò che entra nell’uomo dal di fuori non può renderlo impuro, perché non gli entra nel cuore ma nel ventre e va nella fogna?». Così rendeva puri tutti gli alimenti. E diceva: «Ciò che esce dall’uomo è quello che rende impuro l’uomo. Dal di dentro infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono i propositi di male: impurità, furti, omicidi, adultèri, avidità, malvagità, inganno, dissolutezza, invidia, calunnia, superbia, stoltezza. Tutte queste cose cattive vengono fuori dall’interno e rendono impuro l’uomo».

Partito di là, andò nella regione di Tiro. Entrato in una casa, non voleva che alcuno lo sapesse, ma non poté restare nascosto. Una donna, la cui figlioletta era posseduta da uno spirito impuro, appena seppe di lui, andò e si gettò ai suoi piedi. Questa donna era di lingua greca e di origine siro-fenicia. Ella lo supplicava di scacciare il demonio da sua figlia. Ed egli le rispondeva: «Lascia prima che si sazino i figli, perché non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini». Ma lei gli replicò: «Signore, anche i cagnolini sotto la tavola mangiano le briciole dei figli». Allora le disse: «Per questa tua parola, va’: il demonio è uscito da tua figlia». Tornata a casa sua, trovò la bambina coricata sul letto e il demonio se n’era andato.