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Ger 31,1-7; Sal 88; Zac 31,1-7; Sal 104; Zac 14,1-11; Mt 23,1-12

15 Dicembre 2016

 

Giovedì della V settimana di Avvento
 

 

 

Geremia

Lettura del profeta Geremia 31, 1-7

 

«In quel tempo – oracolo del Signore – io sarò Dio per tutte le famiglie d’Israele / ed esse saranno il mio popolo. / Così dice il Signore: / Ha trovato grazia nel deserto / un popolo scampato alla spada; / Israele si avvia a una dimora di pace». / Da lontano mi è apparso il Signore: / «Ti ho amato di amore eterno, / per questo continuo a esserti fedele. / Ti edificherò di nuovo e tu sarai riedificata, / vergine d’Israele. / Di nuovo prenderai i tuoi tamburelli / e avanzerai danzando tra gente in festa. / Di nuovo pianterai vigne sulle colline di Samaria; / dopo aver piantato, i piantatori raccoglieranno. / Verrà il giorno in cui le sentinelle grideranno / sulla montagna di Èfraim: / “Su, saliamo a Sion, / andiamo dal Signore, nostro Dio”. / Poiché dice il Signore: / Innalzate canti di gioia per Giacobbe, / esultate per la prima delle nazioni, / fate udire la vostra lode e dite: / “Il Signore ha salvato il suo popolo, / il resto d’Israele”». 

 

 

Salmo

Sal 104 (105)

 

             ® Rendete grazie al Signore e invocate il suo nome.

 

Si è sempre ricordato della sua alleanza,

parola data per mille generazioni,

dell’alleanza stabilita con Abramo

e del suo giuramento a Isacco. ®

 

L’ha stabilita per Giacobbe come decreto,

per Israele come alleanza eterna,

quando disse: «Ti darò il paese di Canaan

come parte della vostra eredità». ®

 

Ha dato loro le terre delle nazioni

e hanno ereditato il frutto della fatica dei popoli,

perché osservassero i suoi decreti

e custodissero le sue leggi. ®

 

 

Profeti

Lettura del profeta Zaccaria 14, 1-11

 

In quei giorni. Mi fu rivolta questa parola del Signore: «Ecco, viene un giorno per il Signore; allora le tue spoglie saranno spartite in mezzo a te. Il Signore radunerà tutte le nazioni contro Gerusalemme per la battaglia; la città sarà presa, le case saccheggiate, le donne violentate, metà della città partirà per l’esilio, ma il resto del popolo non sarà strappato dalla città. Il Signore uscirà e combatterà contro quelle nazioni, come quando combatté nel giorno dello scontro. In quel giorno i suoi piedi si poseranno sopra il monte degli Ulivi che sta di fronte a Gerusalemme verso oriente, e il monte degli Ulivi si fenderà in due, da oriente a occidente, formando una valle molto profonda; una metà del monte si ritirerà verso settentrione e l’altra verso mezzogiorno. Allora voi fuggirete attraverso la valle fra i monti, poiché la nuova valle fra i monti giungerà fino ad Asal; voi fuggirete come quando fuggiste durante il terremoto, al tempo di Ozia, re di Giuda. Verrà allora il Signore, mio Dio, e con lui tutti i suoi santi.

In quel giorno non vi sarà né luce né freddo né gelo: sarà un unico giorno, il Signore lo conosce; non ci sarà né giorno né notte, e verso sera risplenderà la luce. In quel giorno acque vive sgorgheranno da Gerusalemme e scenderanno parte verso il mare orientale, parte verso il mare occidentale: ve ne saranno sempre, estate e inverno. Il Signore sarà re di tutta la terra. In quel giorno il Signore sarà unico e unico il suo nome. Tutto il paese si trasformerà in pianura, da Gheba fino a Rimmon, a meridione di Gerusalemme, che si eleverà e sarà abitata nel luogo dov’è, dalla porta di Beniamino fino al posto della prima porta, cioè fino alla porta dell’Angolo, e dalla torre di Cananèl fino ai torchi del re. Ivi abiteranno: non vi sarà più sterminio e Gerusalemme se ne starà tranquilla e sicura».     

 

 

Vangelo

Lettura del Vangelo secondo Matteo 23, 1-12

 

In quel tempo. Il Signore Gesù si rivolse alla folla e ai suoi discepoli dicendo: «Sulla cattedra di Mosè si sono seduti gli scribi e i farisei. Praticate e osservate tutto ciò che vi dicono, ma non agite secondo le loro opere, perché essi dicono e non fanno. Legano infatti fardelli pesanti e difficili da portare e li pongono sulle spalle della gente, ma essi non vogliono muoverli neppure con un dito. Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dalla gente: allargano i loro filattèri e allungano le frange; si compiacciono dei posti d’onore nei banchetti, dei primi seggi nelle sinagoghe, dei saluti nelle piazze, come anche di essere chiamati “rabbì” dalla gente.

Ma voi non fatevi chiamare “rabbì”, perché uno solo è il vostro Maestro e voi siete tutti fratelli. E non chiamate “padre” nessuno di voi sulla terra, perché uno solo è il Padre vostro, quello celeste. E non fatevi chiamare “guide”, perché uno solo è la vostra Guida, il Cristo. Chi tra voi è più grande, sarà vostro servo; chi invece si esalterà, sarà umiliato e chi si umilierà sarà esaltato».