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Sir 35, 5-13; Sal 115; Mc 7, 14-30

10 Febbraio 2014

Lunedì della settimana della V domenica dopo l’Epifania

 

 

Lettura

Lettura del libro del Siracide 35, 5-13

Cosa gradita al Signore è tenersi lontano dalla malvagità,/ sacrificio di espiazione è tenersi lontano dall’ingiustizia./ Non presentarti a mani vuote davanti al Signore,/ perché tutto questo è comandato./ L’offerta del giusto arricchisce l’altare,/ il suo profumo sale davanti all’Altissimo./ Il sacrificio dell’uomo giusto è gradito,/ il suo ricordo non sarà dimenticato./ Glorifica il Signore con occhio contento,/ non essere avaro nelle primizie delle tue mani./ In ogni offerta mostra lieto il tuo volto,/ con gioia consacra la tua decima./ Da’ all’Altissimo secondo il dono da lui ricevuto,/ e con occhio contento, secondo la tua possibilità,/ perché il Signore è uno che ripaga/ e ti restituirà sette volte tanto.            

 

Salmo

Sal 115 (116)

 

    ®   Salirò all’altare di Dio, al Dio della mia gioia.

 

Che cosa renderò al Signore

per tutti i benefici che mi ha fatto?

Alzerò il calice della salvezza

e invocherò il nome del Signore. ®

 

Ti prego, Signore, perché sono tuo servo;

io sono tuo servo, figlio della tua schiava:

tu hai spezzato le mie catene.

A te offrirò un sacrificio di ringraziamento

e invocherò il nome del Signore. ®

 

Adempirò i miei voti al Signore

davanti a tutto il suo popolo,

negli atri della casa del Signore,

in mezzo a te, Gerusalemme. ®

 

 

Vangelo

Lettura del Vangelo secondo Marco 7, 14-30

 

In quel tempo. Chiamata di nuovo la folla, il Signore Gesù diceva loro: «Ascoltatemi tutti e comprendete bene! Non c’è nulla fuori dell’uomo che, entrando in lui, possa renderlo impuro. Ma sono le cose che escono dall’uomo a renderlo impuro».

Quando entrò in una casa, lontano dalla folla, i suoi discepoli lo interrogavano sulla parabola. E disse loro: «Così neanche voi siete capaci di comprendere? Non capite che tutto ciò che entra nell’uomo dal di fuori non può renderlo impuro, perché non gli entra nel cuore ma nel ventre e va nella fogna?». Così rendeva puri tutti gli alimenti. E diceva: «Ciò che esce dall’uomo è quello che rende impuro l’uomo. Dal di dentro infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono i propositi di male: impurità, furti, omicidi, adultèri, avidità, malvagità, inganno, dissolutezza, invidia, calunnia, superbia, stoltezza. Tutte queste cose cattive vengono fuori dall’interno e rendono impuro l’uomo».

Partito di là, andò nella regione di Tiro. Entrato in una casa, non voleva che alcuno lo sapesse, ma non poté restare nascosto. Una donna, la cui figlioletta era posseduta da uno spirito impuro, appena seppe di lui, andò e si gettò ai suoi piedi. Questa donna era di lingua greca e di origine siro-fenicia. Ella lo supplicava di scacciare il demonio da sua figlia. Ed egli le rispondeva: «Lascia prima che si sazino i figli, perché non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini». Ma lei gli replicò: «Signore, anche i cagnolini sotto la tavola mangiano le briciole dei figli». Allora le disse: «Per questa tua parola, va’: il demonio è uscito da tua figlia». Tornata a casa sua, trovò la bambina coricata sul letto e il demonio se n’era andato.