ALL’INGRESSO
Abbiamo peccato, Signore:
perdona le nostre colpe e salvaci.
Tu che hai guidato Noè sulle onde del diluvio, ascoltaci.
Tu che hai richiamato Giona dal profondo del mare, liberaci.
O Cristo Figlio di Dio,
che hai teso la tua mano a Pietro che affondava,
vieni in nostro aiuto perché la festa prossima
ci trovi tutti innocenti, tutti riscattati.
GENESI 37, 2-28
Lettura del libro della Genesi
Questa è la discendenza di Giacobbe. Giuseppe all’età di diciassette anni pascolava il gregge con i suoi fratelli. Essendo ancora giovane, stava con i figli di Bila e i figli di Zilpa, mogli di suo padre. [Ora Giuseppe riferì al padre di chiacchiere maligne su di loro. Israele amava Giuseppe più di tutti i suoi figli, perché era il figlio avuto in vecchiaia, e gli aveva fatto una tunica con maniche lunghe. I suoi fratelli, vedendo che il loro padre amava lui più di tutti i suoi figli, lo odiavano e non riuscivano a parlargli amichevolmente.] Ora Giuseppe fece un sogno e lo raccontò ai fratelli, che lo odiarono ancora di più. Disse dunque loro: «Ascoltate il sogno che ho fatto. Noi stavamo legando covoni in mezzo alla campagna, quand’ecco il mio covone si alzò e restò diritto e i vostri covoni si posero attorno e si prostrarono davanti al mio». Gli dissero i suoi fratelli: «Vuoi forse regnare su di noi o ci vuoi dominare?». Lo odiarono ancora di più a causa dei suoi sogni e delle sue parole. [Egli fece ancora un altro sogno e lo narrò ai fratelli e disse: «Ho fatto ancora un sogno, sentite: il sole, la luna e undici stelle si prostravano davanti a me». Lo narrò dunque al padre e ai fratelli. Ma il padre lo rimproverò e gli disse: «Che sogno è questo che hai fatto! Dovremo forse venire io, tua madre e i tuoi fratelli a prostrarci fino a terra davanti a te?». I suoi fratelli perciò divennero invidiosi di lui, mentre il padre tenne per sé la cosa.] I suoi fratelli erano andati a pascolare il gregge del loro padre a Sichem. Israele disse a Giuseppe: «Sai che i tuoi fratelli sono al pascolo a Sichem? Vieni, ti voglio mandare da loro». Gli rispose: «Eccomi!». Gli disse: «Va’ a vedere come stanno i tuoi fratelli e come sta il bestiame, poi torna a darmi notizie». [Lo fece dunque partire dalla valle di Ebron ed egli arrivò a Sichem. Mentre egli si aggirava per la campagna, lo trovò un uomo, che gli domandò: «Che cosa cerchi?». Rispose: «Sono in cerca dei miei fratelli. Indicami dove si trovano a pascolare». Quell’uomo disse: «Hanno tolto le tende di qui; li ho sentiti dire: “Andiamo a Dotan!”».] Allora Giuseppe ripartì in cerca dei suoi fratelli e li trovò a Dotan. Essi lo videro da lontano e, prima che giungesse vicino a loro, complottarono contro di lui per farlo morire. Si dissero l’un l’altro: «Eccolo! È arrivato il signore dei sogni! Orsù, uccidiamolo e gettiamolo in una cisterna! Poi diremo: “Una bestia feroce l’ha divorato!”. Così vedremo che ne sarà dei suoi sogni!». Ma Ruben sentì e, volendo salvarlo dalle loro mani, disse: «Non togliamogli la vita». Poi disse loro: «Non spargete il sangue, gettatelo in questa cisterna che è nel deserto, ma non colpitelo con la vostra mano»: egli intendeva salvarlo dalle loro mani e ricondurlo a suo padre. Quando Giuseppe fu arrivato presso i suoi fratelli, essi lo spogliarono della sua tunica, quella tunica con le maniche lunghe che egli indossava, lo afferrarono e lo gettarono nella cisterna: era una cisterna vuota, senz’acqua. Poi sedettero per prendere cibo. [Quand’ecco, alzando gli occhi, videro arrivare una carovana di Ismaeliti provenienti da Gàlaad, con i cammelli carichi di resina, balsamo e làudano, che andavano a portare in Egitto.] Allora Giuda disse ai fratelli: «Che guadagno c’è a uccidere il nostro fratello e a coprire il suo sangue? Su, vendiamolo agli Ismaeliti e la nostra mano non sia contro di lui, perché è nostro fratello e nostra carne». I suoi fratelli gli diedero ascolto. Passarono alcuni mercanti madianiti; essi tirarono su ed estrassero Giuseppe dalla cisterna e per venti sicli d’argento vendettero Giuseppe agli Ismaeliti. Così Giuseppe fu condotto in Egitto.
SALMO Sal 118 (119), 121-128
Beato chi cammina nella legge del Signore.
Ho agito secondo giudizio e giustizia;
non abbandonarmi ai miei oppressori.
Assicura il bene al tuo servo;
non mi opprimano gli orgogliosi. R
I miei occhi si consumano nell’attesa della tua salvezza
e per la promessa della tua giustizia.
Agisci con il tuo servo secondo il tuo amore
e insegnami i tuoi decreti. R
Io sono tuo servo: fammi comprendere
e conoscerò i tuoi insegnamenti.
È tempo che tu agisca, Signore:
hanno infranto la tua legge. R
Perciò amo i tuoi comandi,
più dell’oro, dell’oro più fino.
Per questo io considero retti tutti i tuoi precetti
e odio ogni falso sentiero. R
PROVERBI 28, 7-13
Lettura del libro dei Proverbi
Figlio mio, osserva la legge il figlio intelligente, chi frequenta gli ingordi disonora suo padre. Chi accresce il patrimonio con l’usura e l’interesse, lo accumula per chi ha pietà dei miseri. Chi allontana l’orecchio per non ascoltare la legge, persino la sua preghiera è spregevole. Chi fa deviare i giusti per la via del male, nel suo tranello lui stesso cadrà, mentre gli integri erediteranno il bene. Il ricco si crede saggio, ma il povero intelligente lo valuta per quello che è. Grande è l’onore quando esultano i giusti, ma se prevalgono gli empi ognuno si dilegua. Chi nasconde le proprie colpe non avrà successo, chi le confessa e le abbandona troverà misericordia.
VANGELO Mc 8, 27-33
✠ Lettura del Vangelo secondo Marco
In quel tempo. Il Signore Gesù partì con i suoi discepoli verso i villaggi intorno a Cesarèa di Filippo, e per la strada interrogava i suoi discepoli dicendo: «La gente, chi dice che io sia?». Ed essi gli risposero: «Giovanni il Battista; altri dicono Elia e altri uno dei profeti». Ed egli domandava loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Pietro gli rispose: «Tu sei il Cristo». E ordinò loro severamente di non parlare di lui ad alcuno. E cominciò a insegnare loro che il Figlio dell’uomo doveva soffrire molto ed essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e, dopo tre giorni, risorgere. Faceva questo discorso apertamente. Pietro lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo. Ma egli, voltatosi e guardando i suoi discepoli, rimproverò Pietro e disse: «Va’ dietro a me, Satana! Perché tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini».
DOPO IL VANGELO
Il Signore si ricordò della parola santa,
data al suo servo Abramo.
Guidò a libertà il suo popolo nell’esultanza,
i suoi eletti con canti di gioia.
ALLO SPEZZARE DEL PANE
Ascolta, Signore, la voce dei tuoi servi,
dimentica la nostra iniquità, non ricordare il nostro peccato.
ALLA COMUNIONE
Signore, non disperdere il tuo popolo, tua eredità
che hai redento per tua misericordia.
Ti lodiamo, Signore, perché sei buono
e hai dato la vita a salvezza di tutti.