ALL’INGRESSO
Madre di Dio,
ricevendo il gioioso saluto dell’Arcangelo
portasti nel grembo il Dio vivo e santo,
che gli angeli non osano contemplare,
e i cherubini e i serafini esaltano a gran voce;
prega per noi il Figlio che hai generato
perché ci doni la sua grande misericordia.
LETTURA Ne 13, 15-22
Lettura del libro di Neemia
In quei giorni io Neemia osservai in Giuda alcuni che pigiavano nei tini durante il sabato, altri che trasportavano i covoni e li caricavano sugli asini, e anche vino, uva, fichi e ogni sorta di carichi, e li portavano a Gerusalemme in giorno di sabato; io protestai a motivo del giorno in cui vendevano le derrate. C’erano anche alcuni di Tiro stabiliti in città che portavano pesce e ogni sorta di merci e le vendevano durante il sabato ai figli di Giuda e a Gerusalemme. Allora io rimproverai i notabili di Giuda e dissi loro: «Che cosa è mai questo male che fate, profanando il giorno del sabato? I nostri padri non hanno fatto così? Il nostro Dio per questo ha fatto cadere su noi e su questa città tutti questi mali. Voi accrescete l’ira contro Israele, profanando il sabato!». Non appena le porte di Gerusalemme cominciavano a essere nell’ombra, prima del sabato, io ordinai che le porte fossero chiuse e che non si riaprissero fin dopo il sabato; collocai alcuni miei uomini alle porte: non doveva entrare nessun carico durante il sabato. Così i mercanti e i venditori di ogni merce una o due volte passarono la notte fuori di Gerusalemme. Allora io protestai contro di loro e dissi: «Perché passate la notte davanti alle mura? Se lo farete un’altra volta, stenderò la mano contro di voi». Da quel momento non vennero più durante il sabato. Ordinai ai leviti di purificarsi e di venire a custodire le porte per santificare il giorno del sabato. Anche per questo ricòrdati di me, mio Dio, e abbi pietà di me secondo il tuo grande amore!
SALMO Sal 68 (69)
Mi divora lo zelo per la tua casa, Signore.
Perché mi divora lo zelo per la tua casa,
gli insulti di chi ti insulta ricadono su di me.
Piangevo su di me nel digiuno,
ma sono stato insultato. R
Ho indossato come vestito un sacco
e sono diventato per loro oggetto di scherno.
Sparlavano di me quanti sedevano alla porta,
gli ubriachi mi deridevano. R
Ma io rivolgo a te la mia preghiera,
Signore, nel tempo della benevolenza.
O Dio, nella tua grande bontà, rispondimi,
nella fedeltà della tua salvezza. R
VANGELO Lc 14, 1-6
✠ Lettura del Vangelo secondo Luca
Un sabato il Signore Gesù si recò a casa di uno dei capi dei farisei per pranzare ed essi stavano a osservarlo. Ed ecco, davanti a lui vi era un uomo malato di idropisìa. Rivolgendosi ai dottori della Legge e ai farisei, Gesù disse: «È lecito o no guarire di sabato?». Ma essi tacquero. Egli lo prese per mano, lo guarì e lo congedò. Poi disse loro: «Chi di voi, se un figlio o un bue gli cade nel pozzo, non lo tirerà fuori subito in giorno di sabato?». E non potevano rispondere nulla a queste parole.
letture proprie della memoria
LETTURA Sir 24, 3a. 4. 6b. 22
Lettura del libro del Siracide
Io sono uscita dalla bocca dell’Altissimo, primogenita di tutte le creature. Ho posto la mia dimora lassù, il mio trono era su una colonna di nubi. Su ogni popolo e nazione ho preso dominio, con la mia forza ho piegato il cuore dei potenti e degli umili. Chi mi obbedisce non si vergognerà, chi compie le mie opere non peccherà, chi mi esalta otterrà la vita eterna.
SALMO Sal 44 (45)
Risplende la regina, Signore, alla tua destra.
Liete parole mi sgorgano dal cuore:
io proclamo al re il mio poema,
la mia lingua è come stilo di scriba veloce.
Il tuo trono, o Dio, dura per sempre. R
Entra la figlia del re:
è tutta splendore,
tessuto d’oro è il suo vestito;
è condotta al re in broccati preziosi. R
Alla tua destra sta la regina, in ori di Ofir.
Ascolta, figlia, guarda, porgi l’orecchio:
il re si è invaghito della tua bellezza.
È lui il tuo signore: rendigli omaggio. R
EPISTOLA Rm 8, 3b-11
Lettera di san Paolo apostolo ai Romani
Fratelli, mandando il proprio Figlio in una carne simile a quella del peccato e a motivo del peccato, Dio ha condannato il peccato nella carne, perché la giustizia della Legge fosse compiuta in noi, che camminiamo non secondo la carne ma secondo lo Spirito. Quelli infatti che vivono secondo la carne, tendono verso ciò che è carnale; quelli invece che vivono secondo lo Spirito, tendono verso ciò che è spirituale. Ora, la carne tende alla morte, mentre lo Spirito tende alla vita e alla pace. Ciò a cui tende la carne è contrario a Dio, perché non si sottomette alla legge di Dio, e neanche lo potrebbe. Quelli che si lasciano dominare dalla carne non possono piacere a Dio. Voi però non siete sotto il dominio della carne, ma dello Spirito, dal momento che lo Spirito di Dio abita in voi. Se qualcuno non ha lo Spirito di Cristo, non gli appartiene. Ora, se Cristo è in voi, il vostro corpo è morto per il peccato, ma lo Spirito è vita per la giustizia. E se lo Spirito di Dio, che ha risuscitato Gesù dai morti, abita in voi, colui che ha risuscitato Cristo dai morti darà la vita anche ai vostri corpi mortali per mezzo del suo Spirito che abita in voi.
VANGELO Lc 1, 26-33
✠ Lettura del Vangelo secondo Luca
In quel tempo. L’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te». A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».
DOPO IL VANGELO
Maria serbava tutte queste cose,
meditandole nel suo cuore.
ALLO SPEZZARE DEL PANE
Te beata, Maria, che hai creduto
nell’adempimento della parola del Signore:
tu sarai con Cristo nel suo regno eterno.
ALLA COMUNIONE
Il Signore affida la Madre al discepolo prediletto:
«Giovanni, ecco tua madre; donna, ecco tuo figlio».