Un «nuovo paradigma morale» è «essenziale» per affrontare le sfide di oggi. Sfide importanti come la crisi finanziaria, l’adempimento degli obiettivi del Millennio, la situazione del continente africano, le guerre e la proliferazione degli armamenti nucleari, i flussi migratori. Sono questi i temi toccati dai 129 delegati delle grandi religioni mondiali (cristiani delle varie confessioni, musulmani, ebrei, buddhisti delle diverse denominazioni, zoroastriani, induisti), riunitisi a Roma la settimana scorsa in vista del G8 che si terrà all’Aquila dall’8 al 10 luglio, riunendo i capi di Stato e Governo di Stati Uniti, Giappone, Germania, Regno Unito, Francia, Italia, Canada e Russia.
Riportiamo una sintesi del testo diffuso dai promotori dell’incontro, in cui si fa il punto delle riflessioni discusse dai delegati religiosi durante il summit.
«Noi, leader delle religioni e tradizioni spirituali mondiali… siamo uniti nel nostro comune impegno per la giustizia e la protezione della vita umana, la costruzione del bene comune e la convinzione dellinviolabile dignità di tutti gli uomini, dal concepimento fino alla morte…
In un tempo di crisi economica in cui molte sicurezze stanno crollando, sentiamo sempre più forte il bisogno di un orientamento spirituale…
La crisi finanziaria ed economica pesa più pesantemente sui poveri. Affrontare questa crisi richiede un nuovo patto finanziario…
Siamo convinti che, in un momento di crisi economica e di disorientamento spirituale per gli uomini e le donne del nostro tempo, le religioni possono e devono offrire un contributo decisivo per la ricerca del bene comune…
C’è bisogno della sapienza spirituale che è stata affidata alle grandi religioni del mondo, al fine di stringere un patto per la giustizia e la crescita umana…
Continuiamo a chiedere l’adempimento degli obiettivi del Millennio per lo Sviluppo. Il loro raggiungimento è stato promesso per il 2015, ma il processo ha accumulato ritardo… e l’attuale crisi ha peggiorato la situazione…
È nostra speranza che l’Africa sia rimessa al centro delle politiche per lo sviluppo attraverso nuove forme di finanziamento e con il coinvolgimento degli Stati e della società civile in una prospettiva di rinascita dell’intero continente…
A 70 anni dall’inizio della grande tragedia per l’umanità che è stata la Seconda Guerra mondiale, chiediamo alle Nazioni di resistere alla tentazione di utilizzare la guerra come strumento di politica internazionale e di fare ogni sforzo per stabilire una pace giusta per tutti…
Chiediamo al Summit G8 di proseguire in maniera rigorosa sulla strada del disarmo nucleare e delle politiche di non-proliferazione…
Facciamo pressione per l’immediata ratifica ed entrata in vigore del Trattato sul bando totale degli esperimenti nucleari…
Il nostro metodo e la nostra forza, la forza di ieri, oggi e domani sarà sempre e solo quella della trasformazione dei cuori e dell’azione condivisa attraverso il dialogo. Il dialogo è un’arte che ciascuno deve coltivare e praticare all’interno e tra le religioni, la cultura, la politica e in particolare tra coloro che hanno il potere nel mondo. Il dialogo richiede coraggio e permette alle persone di vedersi più chiaramente e di dare vita e speranza alle nuove generazioni. Questo è il nostro rinnovato impegno, questo è l’appello che rivolgiamo al mondo…». Un «nuovo paradigma morale» è «essenziale» per affrontare le sfide di oggi. Sfide importanti come la crisi finanziaria, l’adempimento degli obiettivi del Millennio, la situazione del continente africano, le guerre e la proliferazione degli armamenti nucleari, i flussi migratori. Sono questi i temi toccati dai 129 delegati delle grandi religioni mondiali (cristiani delle varie confessioni, musulmani, ebrei, buddhisti delle diverse denominazioni, zoroastriani, induisti), riunitisi a Roma la settimana scorsa in vista del G8 che si terrà all’Aquila dall’8 al 10 luglio, riunendo i capi di Stato e Governo di Stati Uniti, Giappone, Germania, Regno Unito, Francia, Italia, Canada e Russia.Riportiamo una sintesi del testo diffuso dai promotori dell’incontro, in cui si fa il punto delle riflessioni discusse dai delegati religiosi durante il summit.«Noi, leader delle religioni e tradizioni spirituali mondiali… siamo uniti nel nostro comune impegno per la giustizia e la protezione della vita umana, la costruzione del bene comune e la convinzione dellinviolabile dignità di tutti gli uomini, dal concepimento fino alla morte…In un tempo di crisi economica in cui molte sicurezze stanno crollando, sentiamo sempre più forte il bisogno di un orientamento spirituale…La crisi finanziaria ed economica pesa più pesantemente sui poveri. Affrontare questa crisi richiede un nuovo patto finanziario…Siamo convinti che, in un momento di crisi economica e di disorientamento spirituale per gli uomini e le donne del nostro tempo, le religioni possono e devono offrire un contributo decisivo per la ricerca del bene comune…C’è bisogno della sapienza spirituale che è stata affidata alle grandi religioni del mondo, al fine di stringere un patto per la giustizia e la crescita umana…Continuiamo a chiedere l’adempimento degli obiettivi del Millennio per lo Sviluppo. Il loro raggiungimento è stato promesso per il 2015, ma il processo ha accumulato ritardo… e l’attuale crisi ha peggiorato la situazione…È nostra speranza che l’Africa sia rimessa al centro delle politiche per lo sviluppo attraverso nuove forme di finanziamento e con il coinvolgimento degli Stati e della società civile in una prospettiva di rinascita dell’intero continente…A 70 anni dall’inizio della grande tragedia per l’umanità che è stata la Seconda Guerra mondiale, chiediamo alle Nazioni di resistere alla tentazione di utilizzare la guerra come strumento di politica internazionale e di fare ogni sforzo per stabilire una pace giusta per tutti…Chiediamo al Summit G8 di proseguire in maniera rigorosa sulla strada del disarmo nucleare e delle politiche di non-proliferazione…Facciamo pressione per l’immediata ratifica ed entrata in vigore del Trattato sul bando totale degli esperimenti nucleari…Il nostro metodo e la nostra forza, la forza di ieri, oggi e domani sarà sempre e solo quella della trasformazione dei cuori e dell’azione condivisa attraverso il dialogo. Il dialogo è un’arte che ciascuno deve coltivare e praticare all’interno e tra le religioni, la cultura, la politica e in particolare tra coloro che hanno il potere nel mondo. Il dialogo richiede coraggio e permette alle persone di vedersi più chiaramente e di dare vita e speranza alle nuove generazioni. Questo è il nostro rinnovato impegno, questo è l’appello che rivolgiamo al mondo…».
Chiesa e società
Un nuovo patto morale
Il summit dei leader religiosi mondiali a Roma in vista del prossimo G8 dell'Aquila
Carlo ROSSI Redazione
25 Giugno 2009