Link: https://www.chiesadimilano.it/news/chiesa-diocesi-anno-2009/la-quarta-settimana-95917.html
Sirio 18 - 24 novembre 2024
Share

Quaresima

La quarta settimana

La liturgia, nei giorni feriali, propone il significato più immediato del tempo che conduce alla Pasqua, così come viene delineato dal Lezionario ambrosiano

4950 - per_appuntamenti Redazione Diocesi

13 Marzo 2009

La liturgia della Domenica del Cieco (IV di Quaresima) pone come centrale la domanda di Gesù all’uomo cieco dalla nascita: «Tu, credi nel Figlio dell’uomo?» (Vangelo di Giovanni). Un interrogativo che in realtà è rivolto a ciascuno, soprattutto in questo tempo santo che ci conduce alla Pasqua. Alla domanda di Gesù deve corrispondere la nostra risposta libera, sull’esempio stesso del «mendicante guarito» (prefazio): «Credo, Signore!».

Questa adesione di fede al Signore è certamente un cammino impegnativo: come il cieco si chiede chi è colui che lo ha guarito, così, anche noi, siamo invitati a ricercare l’incontro con Gesù, nonostante le molte incomprensioni e solitudini, che questa ricerca può sperimentare, per giungere finalmente – come Mosè – a quel parlare «faccia a faccia» con Dio (Lettura dell’Esodo: 33,7-11a).Il cieco, totalmente impotente, è l’uomo senza Cristo, rappresenta cioè tutte quelle persone che più o meno consapevolmente vivono nelle tenebre, perché non hanno ancora incontrato la «luce del mondo». L’impegno che ne deriva per ciascuno è quello di un serio cammino di purificazione, di ricerca, di sequela, accompagnato da questa preghiera: «Signore, da’ luce ai miei occhi [�]. Con la tua luce illumina il mio cuore» (antifona all’ingresso). Un cammino che deve coinvolgerci in prima persona e nasce dall’iniziativa stessa di Dio: Egli «non ci ha chiamati all’impurità, ma alla santificazione» (Epistola: 1Tessalonicesi 4,1b-12).

Questa fedeltà e iniziativa di Dio è ripresentata anche nel Lezionario feriale nei giorni di Lunedì, Martedì e Giovedì (Mercoledì, solennità dell’Annunciazione, riporta invece uno schema autonomo di Letture). Per chi è fedele all’alleanza i benefici di Dio sono innumerevoli e la sua mano guida i suoi figli. È il motivo ricorrente nel libro della Genesi: Isacco prende in moglie Rebecca (I Lettura del Lunedì: Genesi 24,58-67), Giacobbe riceve la benedizione dal padre Isacco (I Lettura del Martedì: Genesi 27,1-29), Dio dona molti figli a Giacobbe (I Lettura del Giovedì: Genesi 29,31 – 30,2. 22-23).

Accanto al tema della fedeltà ritorna quello del timore di Dio, attraverso la Lettura del libro dei Proverbi. Vero sapiente è colui che affida al Signore i suoi progetti, perché solo così avranno efficacia (II Lettura del Lunedì: Proverbi 16,1-6), il Signore gioisce quando nei suoi figli dimorano la verità e la sapienza (II Lettura del Martedì: Proverbi 23,15-24), il Signore ricompensa chi è premuroso anche verso i nemici (II Lettura del Giovedì: Proverbi 25,1. 21-22).

Nel Discorso della Montagna, di cui si conclude la lettura in questa settimana, la parola stessa di Gesù porta a compimento quanto annunciato nella Prima Alleanza. Egli ci invita ad una seria presa di coscienza della nostra condotta personale, per non rischiare di cadere nell’ipocrisia: «Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello, e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio?» (Vangelo del Lunedì: Matteo 7,1-5). Allo stesso modo, siamo invitati ad educare anche la nostra preghiera (Vangelo del Martedì: Matteo 7,6-12), perché tutta la nostra vita sia orientata al Signore e alla ricerca del suo regno.

Ecco quindi delineato, ancora una volta, il cammino e l’impegno del credente che celebra la Quaresima. L’invito del Signore è rivolto a quanti sanno vivere nella logica delle beatitudini evangeliche: «Non chiunque mi dice: “Signore, Signore”, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli» (Vangelo del Giovedì: Matteo 7,21-29).

La liturgia della Domenica del Cieco (IV di Quaresima) pone come centrale la domanda di Gesù all’uomo cieco dalla nascita: «Tu, credi nel Figlio dell’uomo?» (Vangelo di Giovanni). Un interrogativo che in realtà è rivolto a ciascuno, soprattutto in questo tempo santo che ci conduce alla Pasqua. Alla domanda di Gesù deve corrispondere la nostra risposta libera, sull’esempio stesso del «mendicante guarito» (prefazio): «Credo, Signore!». Questa adesione di fede al Signore è certamente un cammino impegnativo: come il cieco si chiede chi è colui che lo ha guarito, così, anche noi, siamo invitati a ricercare l’incontro con Gesù, nonostante le molte incomprensioni e solitudini, che questa ricerca può sperimentare, per giungere finalmente – come Mosè – a quel parlare «faccia a faccia» con Dio (Lettura dell’Esodo: 33,7-11a).Il cieco, totalmente impotente, è l’uomo senza Cristo, rappresenta cioè tutte quelle persone che più o meno consapevolmente vivono nelle tenebre, perché non hanno ancora incontrato la «luce del mondo». L’impegno che ne deriva per ciascuno è quello di un serio cammino di purificazione, di ricerca, di sequela, accompagnato da questa preghiera: «Signore, da’ luce ai miei occhi [�]. Con la tua luce illumina il mio cuore» (antifona all’ingresso). Un cammino che deve coinvolgerci in prima persona e nasce dall’iniziativa stessa di Dio: Egli «non ci ha chiamati all’impurità, ma alla santificazione» (Epistola: 1Tessalonicesi 4,1b-12). Questa fedeltà e iniziativa di Dio è ripresentata anche nel Lezionario feriale nei giorni di Lunedì, Martedì e Giovedì (Mercoledì, solennità dell’Annunciazione, riporta invece uno schema autonomo di Letture). Per chi è fedele all’alleanza i benefici di Dio sono innumerevoli e la sua mano guida i suoi figli. È il motivo ricorrente nel libro della Genesi: Isacco prende in moglie Rebecca (I Lettura del Lunedì: Genesi 24,58-67), Giacobbe riceve la benedizione dal padre Isacco (I Lettura del Martedì: Genesi 27,1-29), Dio dona molti figli a Giacobbe (I Lettura del Giovedì: Genesi 29,31 – 30,2. 22-23). Accanto al tema della fedeltà ritorna quello del timore di Dio, attraverso la Lettura del libro dei Proverbi. Vero sapiente è colui che affida al Signore i suoi progetti, perché solo così avranno efficacia (II Lettura del Lunedì: Proverbi 16,1-6), il Signore gioisce quando nei suoi figli dimorano la verità e la sapienza (II Lettura del Martedì: Proverbi 23,15-24), il Signore ricompensa chi è premuroso anche verso i nemici (II Lettura del Giovedì: Proverbi 25,1. 21-22). Nel Discorso della Montagna, di cui si conclude la lettura in questa settimana, la parola stessa di Gesù porta a compimento quanto annunciato nella Prima Alleanza. Egli ci invita ad una seria presa di coscienza della nostra condotta personale, per non rischiare di cadere nell’ipocrisia: «Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello, e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio?» (Vangelo del Lunedì: Matteo 7,1-5). Allo stesso modo, siamo invitati ad educare anche la nostra preghiera (Vangelo del Martedì: Matteo 7,6-12), perché tutta la nostra vita sia orientata al Signore e alla ricerca del suo regno. Ecco quindi delineato, ancora una volta, il cammino e l’impegno del credente che celebra la Quaresima. L’invito del Signore è rivolto a quanti sanno vivere nella logica delle beatitudini evangeliche: «Non chiunque mi dice: “Signore, Signore”, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli» (Vangelo del Giovedì: Matteo 7,21-29). – Introduzioni: Libro di Genesi Libro dei Proverbi Discorso della montagnaPercorsi tematici della Quarta settimana di Quaresima:lunedì�23 marzo martedì 24 marzo mercoledì 25 marzo giovedì 26 marzo venerdì�27 marzosabato 28 marzo –