«L’arte di fare il presepe è ancora viva e ci riempie di gioia», dice Stefano Pezzoni, responsabile della Commissione presepi della Fom, «per questo da 57 anni ripetiamo il concorso e continuiamo ad avere grande partecipazione e interesse». L’iniziativa, nata a Milano nei primi anni Cinquanta, si è poi estesa all’intera diocesi e oggi è giunta alla sua 22esima edizione. Le iscrizioni per partecipare al concorso chiuderanno il 13 dicembre, per informazioni chiamare in Fom dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 17 (tel. 02.58391356) oppure scrivere a ragazzi@diocesi.milano.it. La partecipazione è aperta a diverse categorie: le famiglie, che costruiranno il presepe in casa; i ragazzi fino all’età di 17 anni; gli oratori; le parrocchie; le scuole e le comunità. Quest’ultima categoria comprende seminari, conventi, caserme, carceri, ospedali, portinerie di condomini, quartieri.
«Sono tante le persone che partecipano al concorso – assicura Pezzoni -, per esempio l’anno scorso abbiamo premiato un centro residenziale nella provincia di Lecco che accoglie minori in difficoltà. C’è sempre qualche realtà particolare, penso al gruppo di volontari di una Croce privata che ha vinto realizzando il presepe in un’ambulanza in disuso per richiamare l’attenzione anche sulla malattia. Anni fa io stesso sono andato a San Vittore perché alcuni carcerati avevano costruito un presepe: era un bel lavoro e li abbiamo premiati, ma i reclusi non hanno potuto uscire per ritirare il premio e gli è stato poi consegnato». Ogni anno partecipano al concorso anche tanti condomini che realizzano il presepe nell’atrio del caseggiato oppure in giardino, mentre in provincia gli abitanti di un quartiere o di una via si mettono insieme per costruirlo nel rione o in un angolo suggestivo del paese. Nelle scuole la partecipazione è trasversale. «Non c’è grande distinzione tra pubbliche e private, tra cattoliche e non», si va dalle materne alle elementari, dalle medie alle superiori. «È il corpo insegnanti a decidere se partecipare al concorso», continua il responsabile diocesano, e questo capita soprattutto nel caso di docenti che «non solo credono al significato religioso del Natale, ma anche al valore e alla trasmissione della fede ai ragazzi attraverso il presepe come opera artistica. Fare il presepe in una scuola non significa imporre a tutti di credere, ma impedirlo è come rinunciare a insegnare la storia».
Tra dicembre e gennaio 60 commissari gireranno la diocesi per valutare oltre mille lavori, prima nei decanati e poi a livello di zona pastorale. La consegna dei premi «La stella di Betlemme» sarà domenica 24 gennaio dalle 15 alle 17 presso il salone Pio XII in via S. Antonio 5 a Milano, «che conta 600 posti e non riesce mai a contenere tutti, tenendo conto che sono presenti soltanto i vincitori». Le persone coinvolte sono molte di più perché intorno al presepe lavorano anche 10-30 parrocchiani, senza parlare degli alunni, «perché ogni classe conta almeno 24 bambini che partecipano con entusiasmo». «Vincere in diocesi – conclude Pezzoni – è come vincere l’oscar, perché il nostro concorso è il più grande a livello nazionale. Ma io dico sempre che un presepe è ben fatto se invita a pregare. Questo è uno dei metri di giudizio per valutarlo». «L’arte di fare il presepe è ancora viva e ci riempie di gioia», dice Stefano Pezzoni, responsabile della Commissione presepi della Fom, «per questo da 57 anni ripetiamo il concorso e continuiamo ad avere grande partecipazione e interesse». L’iniziativa, nata a Milano nei primi anni Cinquanta, si è poi estesa all’intera diocesi e oggi è giunta alla sua 22esima edizione. Le iscrizioni per partecipare al concorso chiuderanno il 13 dicembre, per informazioni chiamare in Fom dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 17 (tel. 02.58391356) oppure scrivere a ragazzi@diocesi.milano.it. La partecipazione è aperta a diverse categorie: le famiglie, che costruiranno il presepe in casa; i ragazzi fino all’età di 17 anni; gli oratori; le parrocchie; le scuole e le comunità. Quest’ultima categoria comprende seminari, conventi, caserme, carceri, ospedali, portinerie di condomini, quartieri.«Sono tante le persone che partecipano al concorso – assicura Pezzoni -, per esempio l’anno scorso abbiamo premiato un centro residenziale nella provincia di Lecco che accoglie minori in difficoltà. C’è sempre qualche realtà particolare, penso al gruppo di volontari di una Croce privata che ha vinto realizzando il presepe in un’ambulanza in disuso per richiamare l’attenzione anche sulla malattia. Anni fa io stesso sono andato a San Vittore perché alcuni carcerati avevano costruito un presepe: era un bel lavoro e li abbiamo premiati, ma i reclusi non hanno potuto uscire per ritirare il premio e gli è stato poi consegnato». Ogni anno partecipano al concorso anche tanti condomini che realizzano il presepe nell’atrio del caseggiato oppure in giardino, mentre in provincia gli abitanti di un quartiere o di una via si mettono insieme per costruirlo nel rione o in un angolo suggestivo del paese. Nelle scuole la partecipazione è trasversale. «Non c’è grande distinzione tra pubbliche e private, tra cattoliche e non», si va dalle materne alle elementari, dalle medie alle superiori. «È il corpo insegnanti a decidere se partecipare al concorso», continua il responsabile diocesano, e questo capita soprattutto nel caso di docenti che «non solo credono al significato religioso del Natale, ma anche al valore e alla trasmissione della fede ai ragazzi attraverso il presepe come opera artistica. Fare il presepe in una scuola non significa imporre a tutti di credere, ma impedirlo è come rinunciare a insegnare la storia».Tra dicembre e gennaio 60 commissari gireranno la diocesi per valutare oltre mille lavori, prima nei decanati e poi a livello di zona pastorale. La consegna dei premi «La stella di Betlemme» sarà domenica 24 gennaio dalle 15 alle 17 presso il salone Pio XII in via S. Antonio 5 a Milano, «che conta 600 posti e non riesce mai a contenere tutti, tenendo conto che sono presenti soltanto i vincitori». Le persone coinvolte sono molte di più perché intorno al presepe lavorano anche 10-30 parrocchiani, senza parlare degli alunni, «perché ogni classe conta almeno 24 bambini che partecipano con entusiasmo». «Vincere in diocesi – conclude Pezzoni – è come vincere l’oscar, perché il nostro concorso è il più grande a livello nazionale. Ma io dico sempre che un presepe è ben fatto se invita a pregare. Questo è uno dei metri di giudizio per valutarlo».
Avvento
Concorso Fom: da 57 anni è l’Oscar delle natività
Le iscrizioni chiuderanno il 13 dicembre, ma sono attese oltre mille realtà (parrocchie, oratori, famiglie, scuole...) che parteciperanno all'iniziativa. Una sessantina di commissari gireranno la diocesi per valutare i presepi. La premiazione sarà il 24 gennaio a Milano
di Luisa BOVE Redazione
4 Dicembre 2009