Due volte al mese, la Messa a Vimercate cambia lingua. Presso l’Istituto delle suore canossiane (via Canossa) la celebrazione eucaristica viene officiata in inglese e in spagnolo, rispettivamente la seconda e terza domenica, sempre alle 16.30. «È una funzione che vede una buona partecipazione dei fedeli», spiega il decano don Giovanni Verderio.
È proprio lui, nato nel 1940 nei Paesi Baschi (regione nel Nord della Spagna), da mamma spagnola e papà italiano, a officiare la celebrazione. «Tutta la Messa – spiega – è in spagnolo, predica inclusa». I destinatari sono soprattutto i sudamericani, dalla presenza significativa in Brianza. «La celebrazione – racconta il decano – è molto calda: i latinoamericani in genere sono affettivamente teneri e coinvolti. Non sono fedelissimi per quanto riguarda la costanza di partecipazione, ma la presenza è comunque buona: a ogni Messa in spagnolo partecipano in media 60-70 persone». Con punte di oltre 100 fedeli in periodi dell’anno più intensi come a Natale e a Pasqua. L’idea della celebrazione in lingua straniera è della canossiana madre Lina Treccani, missionaria in Australia, India e Nord America. Rientrata a Vimercate, ha colto il desiderio dei fedeli stranieri di vivere la loro spiritualità in modo più incisivo. Da qui l’istituzione della Messa in spagnolo e inglese (celebrata da padre Patrick Stevenson), divenuta negli anni sempre più occasione di integrazione. Spiega madre Treccani che gli immigrati spesso si sentono ai margini della società e anche della comunità cristiana. Istituire una celebrazione apposta per loro «è un modo di accoglierli, di sostenere la loro fede e di farla crescere». Parallelamente alla Messa sono stati istituiti incontri di spiritualità, la prima domenica del mese, specificamente pensati per i migranti.
Il decano don Verderio precisa che nel Vimercatese «gli stranieri non sono visti come un problema». Diversamente da quanto accade nella metropoli, aggiunge, «non ci sono gruppi organizzati a partire dalla nazione di origine o “bande” di ragazzi che si riconoscono sotto la comune provenienza». I gruppi di conoscenza e amicizia sono piccoli: per quanto possibile, si muovono nell’ottica dell’integrazione. «La presenza di stranieri nel decanato di Vimercate – aggiunge il sacerdote – è legata al lavoro e alla richiesta di manodopera: non rappresentano un’incognita dal punto di vista dell’ordine pubblico o della sicurezza». Il problema vero è quello della povertà: «I migranti si rivolgono ai centri d’ascolto per chiedere lavoro, casa, aiuti. A tali questioni si aggiunge l’inserimento scolastico, problematica che non va sottovalutata». Inserimento che, nella comunità cristiana, procede a piccoli passi, partendo da una Messa pensata apposta per far sentire più accolti i migranti e farli crescere nella fede. La celebrazione in spagnolo prevista per oggi pomeriggio è stata rimandata a domenica prossima per permettere ai migranti di partecipare alla Messa officiata dal cardinale Tettamanzi come conclusione della visita pastorale al decanato di Vimercate. Due volte al mese, la Messa a Vimercate cambia lingua. Presso l’Istituto delle suore canossiane (via Canossa) la celebrazione eucaristica viene officiata in inglese e in spagnolo, rispettivamente la seconda e terza domenica, sempre alle 16.30. «È una funzione che vede una buona partecipazione dei fedeli», spiega il decano don Giovanni Verderio.È proprio lui, nato nel 1940 nei Paesi Baschi (regione nel Nord della Spagna), da mamma spagnola e papà italiano, a officiare la celebrazione. «Tutta la Messa – spiega – è in spagnolo, predica inclusa». I destinatari sono soprattutto i sudamericani, dalla presenza significativa in Brianza. «La celebrazione – racconta il decano – è molto calda: i latinoamericani in genere sono affettivamente teneri e coinvolti. Non sono fedelissimi per quanto riguarda la costanza di partecipazione, ma la presenza è comunque buona: a ogni Messa in spagnolo partecipano in media 60-70 persone». Con punte di oltre 100 fedeli in periodi dell’anno più intensi come a Natale e a Pasqua. L’idea della celebrazione in lingua straniera è della canossiana madre Lina Treccani, missionaria in Australia, India e Nord America. Rientrata a Vimercate, ha colto il desiderio dei fedeli stranieri di vivere la loro spiritualità in modo più incisivo. Da qui l’istituzione della Messa in spagnolo e inglese (celebrata da padre Patrick Stevenson), divenuta negli anni sempre più occasione di integrazione. Spiega madre Treccani che gli immigrati spesso si sentono ai margini della società e anche della comunità cristiana. Istituire una celebrazione apposta per loro «è un modo di accoglierli, di sostenere la loro fede e di farla crescere». Parallelamente alla Messa sono stati istituiti incontri di spiritualità, la prima domenica del mese, specificamente pensati per i migranti.Il decano don Verderio precisa che nel Vimercatese «gli stranieri non sono visti come un problema». Diversamente da quanto accade nella metropoli, aggiunge, «non ci sono gruppi organizzati a partire dalla nazione di origine o “bande” di ragazzi che si riconoscono sotto la comune provenienza». I gruppi di conoscenza e amicizia sono piccoli: per quanto possibile, si muovono nell’ottica dell’integrazione. «La presenza di stranieri nel decanato di Vimercate – aggiunge il sacerdote – è legata al lavoro e alla richiesta di manodopera: non rappresentano un’incognita dal punto di vista dell’ordine pubblico o della sicurezza». Il problema vero è quello della povertà: «I migranti si rivolgono ai centri d’ascolto per chiedere lavoro, casa, aiuti. A tali questioni si aggiunge l’inserimento scolastico, problematica che non va sottovalutata». Inserimento che, nella comunità cristiana, procede a piccoli passi, partendo da una Messa pensata apposta per far sentire più accolti i migranti e farli crescere nella fede. La celebrazione in spagnolo prevista per oggi pomeriggio è stata rimandata a domenica prossima per permettere ai migranti di partecipare alla Messa officiata dal cardinale Tettamanzi come conclusione della visita pastorale al decanato di Vimercate.
Vimercate
Messa in spagnolo e in inglese per favorire l’integrazione
La seconda e terza domenica, sempre alle 16.30. «È una funzione che vede una buona partecipazione dei fedeli». Coinvolti soprattutto i latinos
di Filippo MAGNI Redazione
16 Novembre 2009