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Sirio 09 - 15 dicembre 2024
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Sinodo del clero

In ascolto per pensare il futuro

L'Assemblea è stata annunciata dall'Arcivescovo l'8 settembre 2008, per individuare il patrimonio di fede e di carità da offrire alle future generazioni

Mauro COLOMBO Redazione

18 Febbraio 2009

«C’è un’altra dimensione dell’ascolto che mi sta particolarmente a cuore – spiegava il cardinale Tettamanzi nell’omelia dell’8 settembre scorso in Duomo, all’inizio dell’anno pastorale -. La definirei intima al presbiterio diocesano, perché guarda le relazioni tra il Vescovo e i suoi più stretti collaboratori, tra il Vescovo insieme ai suoi collaboratori e i sacerdoti che costituiscono il presbiterio diocesano. Intima anche perché espressione di una relazione tra confratelli che genera una fraternità evangelica, chiamata a essere sempre più matura, adulta. La dimensione del reciproco ascolto non è semplicemente funzionale a un’organizzazione buona ed efficiente: e’ piuttosto costitutiva, fondante, essenziale rispetto allo stesso ministero sacerdotale».
Proprio basandosi su questa dimensione dell’ascolto, in quell’occasione l’Arcivescovo ha rivolto alla Chiesa ambrosiana una forte sollecitazione a porsi in dialogo con tutti, ma anche ad ascoltare se stessa, attraverso lo strumento concreto di un’Assemblea sinodale del clero, momento di confronto fraterno e franco sullo stato della Diocesi e sul ruolo dei preti.
Conscio della complessità della Diocesi, delle novità che la caratterizzano (a partire dalle comunità pastorali), delle possibili fatiche e disagi correlati, il Cardinale è però altrettanto convinto della necessità di trovare sbocchi positivi, vale a dire «chiedere al Signore di rinnovare e accrescere la dote spirituale dell’ascolto e di migliorarsi – insieme – in quelle qualità umane che favoriscono l’accoglienza personale di questo dono e consentono di spenderlo reciprocamente anzitutto nel presbiterio». «C’è un’altra dimensione dell’ascolto che mi sta particolarmente a cuore – spiegava il cardinale Tettamanzi nell’omelia dell’8 settembre scorso in Duomo, all’inizio dell’anno pastorale -. La definirei intima al presbiterio diocesano, perché guarda le relazioni tra il Vescovo e i suoi più stretti collaboratori, tra il Vescovo insieme ai suoi collaboratori e i sacerdoti che costituiscono il presbiterio diocesano. Intima anche perché espressione di una relazione tra confratelli che genera una fraternità evangelica, chiamata a essere sempre più matura, adulta. La dimensione del reciproco ascolto non è semplicemente funzionale a un’organizzazione buona ed efficiente: e’ piuttosto costitutiva, fondante, essenziale rispetto allo stesso ministero sacerdotale».Proprio basandosi su questa dimensione dell’ascolto, in quell’occasione l’Arcivescovo ha rivolto alla Chiesa ambrosiana una forte sollecitazione a porsi in dialogo con tutti, ma anche ad ascoltare se stessa, attraverso lo strumento concreto di un’Assemblea sinodale del clero, momento di confronto fraterno e franco sullo stato della Diocesi e sul ruolo dei preti.Conscio della complessità della Diocesi, delle novità che la caratterizzano (a partire dalle comunità pastorali), delle possibili fatiche e disagi correlati, il Cardinale è però altrettanto convinto della necessità di trovare sbocchi positivi, vale a dire «chiedere al Signore di rinnovare e accrescere la dote spirituale dell’ascolto e di migliorarsi – insieme – in quelle qualità umane che favoriscono l’accoglienza personale di questo dono e consentono di spenderlo reciprocamente anzitutto nel presbiterio». Un interrogativo e due auspici L’Assemblea sinodale deve perciò essere occasione per un «serio esercizio» di discernimento su un interrogativo preciso: «Come Chiesa ambrosiana, quale patrimonio di fede e di carità vogliamo offrire alle future generazioni?… Non dobbiamo mai avere paura delle domande, né di quelle che ci vengono fatte, né di quelle che noi sentiamo di dover fare agli altri, perché ogni situazione o problema della nostra Chiesa ci coinvolge, ci interessa, ci sollecita, e pertanto dobbiamo lasciarci interrogare! Su ogni situazione o problema (penso alle diverse scelte, iniziative, sperimentazioni pastorali di questi anni, come le comunità pastorali, ecc) possiamo e dobbiamo interrogarci: ricevendo e ponendo domande». Con due auspici: «Questa Assemblea sinodale del clero possa essere un inizio e un esempio di quello stile di ascolto comunitario e storico che sempre più deve caratterizzare le nostre comunità e l’intera Chiesa diocesana, perché tutti sono responsabili di tutti, tutti umili ascoltatori dell’unica parola di Dio, tutti bisognosi di mutua comunicazione nella fede» e da essa «possa derivare un rinnovato slancio missionario della nostra Chiesa agli inizi di questo terzo millennio e una chiara e forte essenzializzazione o sobrietà evangelica di tutta la nostra azione pastorale, essendo tutta quanta ordinata a vivere di fede e di carità».