La parrocchia Santi Giacomo e Filippo di Cornaredo destinerà 15 mila euro al Fondo famiglia-lavoro. La decisione è di due settimane fa, ma la sensibilità verso chi ha perso il posto di lavoro è precedente. Monsignor Fabio Turba è arrivato in parrocchia solo in novembre e ha inaugurato il suo ministero girando per le benedizioni natalizie. Un episodio però lo ha colpito: «Ho visitato una fabbrica proprio il giorno in cui veniva data la cassa integrazione alle donne».
Questo fatto non lo ha lasciato indifferente e quando, secondo una tradizione brianzola, ha voluto introdurre la festa di Sant’Agata il 5 febbraio non si è dimenticato di quelle operaie. «La scelta è stata quindi di devolvere al Fondo i 500 euro raccolti durante la Messa – spiega -. Abbiamo voluto introdurre questa devozione affidando alla martire la salute delle donne, ma ponendo un’attenzione particolare anche a quelle che avevano perso il posto di lavoro». Pochi giorni dopo, continua, «c’è stata la Giornata della solidarietà e durante tutte le messe abbiamo presentato l’iniziativa dell’Arcivescovo, raccogliendo 3 mila euro, anche quelli destinati al Fondo. Il nostro desiderio era infatti quello di rispondere alle sue sollecitazioni».
L’iniziativa più recente è di poche settimane fa. «Quando ci siamo incontrati come Consiglio per gli affari economici – racconta monsignor Turba -, guardando al bilancio 2008, da presentare in Curia entro il 31 marzo, abbiamo voluto tener presente anche questa necessità. Ci era sembrato bello riprendere la famosa “decima” che appartiene alla cultura contadina, ma anche alla Bibbia». La decisione è stata quella di destinare «il 10% del ricavato dalle offerte di culto (intenzioni delle messe, funerali, matrimoni, candele…) a favore del Fondo». Per motivare questa proposta, il parroco di Cornaredo ha letto un passo di San Giovanni Crisostomo che diceva: «Addobbate le vostre chiese di marmi, rivestite di lini i vostri altari, ma non potete dimenticarvi di colui che invece è Cristo, non tanto nel corpo eucaristico, ma nel corpo del povero…».
Nonostante il suo predecessore avesse già ristrutturato la chiesa, monsignor Turba si è trovato infatti a dover affrontare altri lavori «perché mancava il presbiterio: altare, ambone, sede…». E «impegnarsi in quest’opera in un momento di crisi -, ammette -, poteva sembrare controcorrente, anche se era un progetto precedente; ma era altrettanto giusto che il 10% delle offerte andasse per l’iniziativa del Fondo». La proposta è piaciuta anche ai parrocchiani, infromati dal bollettino. «L’auspicio ora è che anche le famiglie, a partire dai loro guadagni e dalle spese per le vacanze, per il tempo libero o altri acquisti, tengano presente questa voce». La parrocchia Santi Giacomo e Filippo di Cornaredo destinerà 15 mila euro al Fondo famiglia-lavoro. La decisione è di due settimane fa, ma la sensibilità verso chi ha perso il posto di lavoro è precedente. Monsignor Fabio Turba è arrivato in parrocchia solo in novembre e ha inaugurato il suo ministero girando per le benedizioni natalizie. Un episodio però lo ha colpito: «Ho visitato una fabbrica proprio il giorno in cui veniva data la cassa integrazione alle donne».Questo fatto non lo ha lasciato indifferente e quando, secondo una tradizione brianzola, ha voluto introdurre la festa di Sant’Agata il 5 febbraio non si è dimenticato di quelle operaie. «La scelta è stata quindi di devolvere al Fondo i 500 euro raccolti durante la Messa – spiega -. Abbiamo voluto introdurre questa devozione affidando alla martire la salute delle donne, ma ponendo un’attenzione particolare anche a quelle che avevano perso il posto di lavoro». Pochi giorni dopo, continua, «c’è stata la Giornata della solidarietà e durante tutte le messe abbiamo presentato l’iniziativa dell’Arcivescovo, raccogliendo 3 mila euro, anche quelli destinati al Fondo. Il nostro desiderio era infatti quello di rispondere alle sue sollecitazioni».L’iniziativa più recente è di poche settimane fa. «Quando ci siamo incontrati come Consiglio per gli affari economici – racconta monsignor Turba -, guardando al bilancio 2008, da presentare in Curia entro il 31 marzo, abbiamo voluto tener presente anche questa necessità. Ci era sembrato bello riprendere la famosa “decima” che appartiene alla cultura contadina, ma anche alla Bibbia». La decisione è stata quella di destinare «il 10% del ricavato dalle offerte di culto (intenzioni delle messe, funerali, matrimoni, candele…) a favore del Fondo». Per motivare questa proposta, il parroco di Cornaredo ha letto un passo di San Giovanni Crisostomo che diceva: «Addobbate le vostre chiese di marmi, rivestite di lini i vostri altari, ma non potete dimenticarvi di colui che invece è Cristo, non tanto nel corpo eucaristico, ma nel corpo del povero…».Nonostante il suo predecessore avesse già ristrutturato la chiesa, monsignor Turba si è trovato infatti a dover affrontare altri lavori «perché mancava il presbiterio: altare, ambone, sede…». E «impegnarsi in quest’opera in un momento di crisi -, ammette -, poteva sembrare controcorrente, anche se era un progetto precedente; ma era altrettanto giusto che il 10% delle offerte andasse per l’iniziativa del Fondo». La proposta è piaciuta anche ai parrocchiani, infromati dal bollettino. «L’auspicio ora è che anche le famiglie, a partire dai loro guadagni e dalle spese per le vacanze, per il tempo libero o altri acquisti, tengano presente questa voce».
Famiglia e lavoro
Cornaredo destina la “decima” al Fondo
Da una consolidata sensibilità nei confronti di chi�è in�difficoltà, nella parrocchia Santi Giacomo e Filippo è nata l'iniziativa di devolvere alla raccolta�diocesana il 10% delle offerte di culto
Luisa BOVE Redazione
8 Aprile 2009