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Decanato

Seveso, una carità missionaria

Ieri il cardinale Tettamanzi ha concluso la visita pastorale. Il decano, don Riva: «Vorremmo farlo diventare un luogo in cui laici e preti possano incontrarsi e costruire insieme una comunità unita dall'amore e dall'aiuto reciproco»

di Cristina CONTI Redazione

25 Ottobre 2010

A pochi chilometri a nord di Milano si trova il decanato di Seveso. Un territorio di circa 102 mila abitanti che raggruppa, tra le altre, Seveso, Meda e Cesano Maderno. Ieri il cardinale Tettamanzi ha concluso la visita pastorale decanale celebrando la Messa nella parrocchia di Santa Maria Nascente. Ne parliamo con il decano, don Flavio Riva.

Un decanato oltre i confini della metropoli, quali le sue caratteristiche?
I nostri sono i territori della Brianza. Città dedite all’artigianato e alla piccola industria. Realtà lavorative di dimensioni ridotte, ma molto produttive, che sono riuscite a resistere anche alla crisi economica di questi anni. Qui chi fa fortuna non solo riesce a vendere bene i suoi prodotti in Italia, ma addirittura può lavorare per la Cina, l’Africa, gli Emirati Arabi. Da noi, poi, c’è la presenza del Seminario diocesano, che è un richiamo spirituale notevole per tutto il territorio.

Immigrati: com’è la situazione?
Le nazionalità più presenti sono pakistani, maghrebini e donne dei Paesi dell’Europa Orientale. Le prime due fanno molta fatica a integrarsi, anche se non ci sono i problemi della grande città. Le diverse Caritas parrocchiali hanno attivato scuole di italiano per tutti gli immigrati: per le donne vengono svolti in orario diurno, in modo che possano prendervi parte dopo che hanno portato a scuola i bambini. Le donne dell’Est, invece, sono in prevalenza badanti e per loro viene celebrata una Messa nella chiesa del Santissimo Crocifisso, a Meda, con rito orientale.

Parliamo, invece, di anziani. Quali sono i servizi a loro dedicati e quali i loro problemi?
In alcune città, soprattutto a Seveso e a Cesano Maderno, c’è una forte concentrazione di anziani. Per loro vengono organizzate diverse attività di animazione da parte delle parrocchie e delle amministrazioni comunali. In ogni città ci sono anche case di riposo con una buona partecipazione di volontari. La solitudine, certo, è presente anche qui. Anche se le dimensioni delle città sono ridotte, bisogna comunque fare i conti con il carattere medio del brianzolo, che preferisce stare in casa propria, è riservato e fa poche attività. Le famiglie cercano di farsi carico dei propri anziani e spesso, quando i coniugi lavorano tutto il giorno, chiedono aiuto alle badanti. E quando questo non basta più si ricorre alla casa di riposo.

Quali sono invece i problemi dei giovani?
La pastorale giovanile sta investendo molte energie sulle nuove generazioni, ma gli oratori non sono molto affollati. C’è una buona partecipazione negli oratori estivi e da parte di adolescenti e 18enni. Le altre fasce d’età, invece, sono assenti. C’è da sottolineare, comunque, la grande passione educativa e la generosità delle catechiste che mettono tutte sé stesse nell’accompagnare i ragazzi nel loro cammino di fede e nel cercare di coinvolgere nelle attività più persone possibile. Molti giovani, invece, sono presenti nelle attività di volontariato: sia in una cooperativa sociale sia nella Croce Bianca, dove svolgono attività di tipo paramedico.

La crisi economica è ancora un problema per molte famiglie. Da voi com’è la situazione?
In questo momento sono molto in affanno soprattutto le famiglie di extracomunitari. Il Centro d’ascolto della Caritas si sta strutturando per garantire interventi più capillari. Un grande aiuto è arrivato da parte del Fondo famiglia-lavoro voluto dal Cardinale. E di questo hanno potuto beneficiare circa 30-35 famiglie.

Quali sono le sfide per il futuro?
La sfida che ci stiamo ponendo per i prossimi anni è quella di creare un cammino comune tra le diverse realtà del decanato. Vorremmo farlo diventare un luogo di carità missionaria, in cui laici e preti possano incontrarsi e costruire insieme una comunità unita dall’amore e dall’aiuto reciproco, dove ognuno, come può e secondo le sue specificità, possa fare la sua parte. A pochi chilometri a nord di Milano si trova il decanato di Seveso. Un territorio di circa 102 mila abitanti che raggruppa, tra le altre, Seveso, Meda e Cesano Maderno. Ieri il cardinale Tettamanzi ha concluso la visita pastorale decanale celebrando la Messa nella parrocchia di Santa Maria Nascente. Ne parliamo con il decano, don Flavio Riva.Un decanato oltre i confini della metropoli, quali le sue caratteristiche?I nostri sono i territori della Brianza. Città dedite all’artigianato e alla piccola industria. Realtà lavorative di dimensioni ridotte, ma molto produttive, che sono riuscite a resistere anche alla crisi economica di questi anni. Qui chi fa fortuna non solo riesce a vendere bene i suoi prodotti in Italia, ma addirittura può lavorare per la Cina, l’Africa, gli Emirati Arabi. Da noi, poi, c’è la presenza del Seminario diocesano, che è un richiamo spirituale notevole per tutto il territorio.Immigrati: com’è la situazione?Le nazionalità più presenti sono pakistani, maghrebini e donne dei Paesi dell’Europa Orientale. Le prime due fanno molta fatica a integrarsi, anche se non ci sono i problemi della grande città. Le diverse Caritas parrocchiali hanno attivato scuole di italiano per tutti gli immigrati: per le donne vengono svolti in orario diurno, in modo che possano prendervi parte dopo che hanno portato a scuola i bambini. Le donne dell’Est, invece, sono in prevalenza badanti e per loro viene celebrata una Messa nella chiesa del Santissimo Crocifisso, a Meda, con rito orientale.Parliamo, invece, di anziani. Quali sono i servizi a loro dedicati e quali i loro problemi?In alcune città, soprattutto a Seveso e a Cesano Maderno, c’è una forte concentrazione di anziani. Per loro vengono organizzate diverse attività di animazione da parte delle parrocchie e delle amministrazioni comunali. In ogni città ci sono anche case di riposo con una buona partecipazione di volontari. La solitudine, certo, è presente anche qui. Anche se le dimensioni delle città sono ridotte, bisogna comunque fare i conti con il carattere medio del brianzolo, che preferisce stare in casa propria, è riservato e fa poche attività. Le famiglie cercano di farsi carico dei propri anziani e spesso, quando i coniugi lavorano tutto il giorno, chiedono aiuto alle badanti. E quando questo non basta più si ricorre alla casa di riposo.Quali sono invece i problemi dei giovani?La pastorale giovanile sta investendo molte energie sulle nuove generazioni, ma gli oratori non sono molto affollati. C’è una buona partecipazione negli oratori estivi e da parte di adolescenti e 18enni. Le altre fasce d’età, invece, sono assenti. C’è da sottolineare, comunque, la grande passione educativa e la generosità delle catechiste che mettono tutte sé stesse nell’accompagnare i ragazzi nel loro cammino di fede e nel cercare di coinvolgere nelle attività più persone possibile. Molti giovani, invece, sono presenti nelle attività di volontariato: sia in una cooperativa sociale sia nella Croce Bianca, dove svolgono attività di tipo paramedico.La crisi economica è ancora un problema per molte famiglie. Da voi com’è la situazione?In questo momento sono molto in affanno soprattutto le famiglie di extracomunitari. Il Centro d’ascolto della Caritas si sta strutturando per garantire interventi più capillari. Un grande aiuto è arrivato da parte del Fondo famiglia-lavoro voluto dal Cardinale. E di questo hanno potuto beneficiare circa 30-35 famiglie.Quali sono le sfide per il futuro?La sfida che ci stiamo ponendo per i prossimi anni è quella di creare un cammino comune tra le diverse realtà del decanato. Vorremmo farlo diventare un luogo di carità missionaria, in cui laici e preti possano incontrarsi e costruire insieme una comunità unita dall’amore e dall’aiuto reciproco, dove ognuno, come può e secondo le sue specificità, possa fare la sua parte. Venti parrocchie in cinque Comuni – Il Decanato di Seveso è formato da 20 parrocchie in 5 Comuni. Sono presenti due comunità pastorali: “S. Crocifisso” di Meda, formata da S. Maria Nascente, S. Giacomo e Madonna di Fatima; “S. Pietro da Verona” di Seveso, formata da S. Carlo, santi Gervasio e Protaso, Beata Vergine Immacolata e Santi Quirico e Giulitta in San Pietro martire. Presenti inoltre 4 unità pastorali: Barlassina e Lentate sul Seveso (collaborazione tra parrocchie con la presenza di un vicario per la pastorale giovanile); una solo per le 4 parrocchie di Lentate con la presenza di un parroco e tre vicari parrocchiali; due a Cesano Maderno. – Casa Betania: ultimi accoltinel nome di fratel Ettore