Attiva da tempo, va avanti sul territorio della Chiesa ambrosiana l’esperienza delle Scuole diocesane per operatori pastorali (Sdop). Ne parliamo con Marco Vergottini, da tre anni responsabile della Segreteria, che nello scorso anno pastorale ha coordinato 70 diverse scuole con oltre 3500 partecipanti.
Quando sono sorte le Sdop?
Sono trascorsi quasi vent’anni da quando la Diocesi ha inteso ordinare il capitolo della formazione degli operatori pastorali, dando forma con le Sdop a un progetto diocesano unitario, ma decentrato sul territorio. L’idea è che le scuole possono sorgere vuoi per un impulso dal vertice (uffici diocesani), vuoi per una promozione dal basso (livello decanale e zonale).
Quale obiettivo perseguono le Sdop?
L’obiettivo è quello di propiziare la partecipazione ecclesiale e la corresponsabilità dei laici in un’ottica di servizio e di comunione; in breve, si tratta di suscitare e di accompagnare figure concrete di operatori pastorali.
In concreto, come si realizzano le Scuole?
Il termine “scuola” è forse un po’ ridondante: si tratta più esattamente di corsi/percorsi brevi (da 5 a 10 serate), con validi docenti e accessibili per tutti coloro che sono chiamati a svolgere un insostituibile servizio nelle comunità cristiane in qualità di catechisti, di operatori nei diversi campi della liturgia, delle opere di carità e della cultura, o ancora di animatori della pastorale giovanile e familiare, e così via.
Tra i vari percorsi attivati, qual è quello che attualmente promuovete in particolare?
Quelli dedicati alla formazione dei ministri straordinari della comunione eucaristica (che partiranno il 28 novembre, ndr). La proposta, elaborata dagli uffici diocesani della pastorale liturgica e della disciplina dei sacramenti, passa in rassegna i molti aspetti che entrano in gioco nell’esercizio di questo ministero: cura per il mistero liturgico, maturità umana e forte spiritualità, disponibilità al servizio, accostamento dei malati.
Può segnalarci qualche novità sul fronte delle offerte di quest’anno?
In sintonia col programma pastorale di quest’anno si punterà a realizzare scuole per affrontare le nuove direttive riguardo all’iniziazione cristiana. È inoltre allo studio un pacchetto di incontri per suscitare un nuovo e fattivo impegno di quanti saranno chiamati a far parte dei consigli pastorali parrocchiali, il cui rinnovo avverrà per tutte le comunità della Diocesi nel prossimo autunno. Attiva da tempo, va avanti sul territorio della Chiesa ambrosiana l’esperienza delle Scuole diocesane per operatori pastorali (Sdop). Ne parliamo con Marco Vergottini, da tre anni responsabile della Segreteria, che nello scorso anno pastorale ha coordinato 70 diverse scuole con oltre 3500 partecipanti.Quando sono sorte le Sdop?Sono trascorsi quasi vent’anni da quando la Diocesi ha inteso ordinare il capitolo della formazione degli operatori pastorali, dando forma con le Sdop a un progetto diocesano unitario, ma decentrato sul territorio. L’idea è che le scuole possono sorgere vuoi per un impulso dal vertice (uffici diocesani), vuoi per una promozione dal basso (livello decanale e zonale).Quale obiettivo perseguono le Sdop?L’obiettivo è quello di propiziare la partecipazione ecclesiale e la corresponsabilità dei laici in un’ottica di servizio e di comunione; in breve, si tratta di suscitare e di accompagnare figure concrete di operatori pastorali.In concreto, come si realizzano le Scuole?Il termine “scuola” è forse un po’ ridondante: si tratta più esattamente di corsi/percorsi brevi (da 5 a 10 serate), con validi docenti e accessibili per tutti coloro che sono chiamati a svolgere un insostituibile servizio nelle comunità cristiane in qualità di catechisti, di operatori nei diversi campi della liturgia, delle opere di carità e della cultura, o ancora di animatori della pastorale giovanile e familiare, e così via.Tra i vari percorsi attivati, qual è quello che attualmente promuovete in particolare?Quelli dedicati alla formazione dei ministri straordinari della comunione eucaristica (che partiranno il 28 novembre, ndr). La proposta, elaborata dagli uffici diocesani della pastorale liturgica e della disciplina dei sacramenti, passa in rassegna i molti aspetti che entrano in gioco nell’esercizio di questo ministero: cura per il mistero liturgico, maturità umana e forte spiritualità, disponibilità al servizio, accostamento dei malati.Può segnalarci qualche novità sul fronte delle offerte di quest’anno?In sintonia col programma pastorale di quest’anno si punterà a realizzare scuole per affrontare le nuove direttive riguardo all’iniziazione cristiana. È inoltre allo studio un pacchetto di incontri per suscitare un nuovo e fattivo impegno di quanti saranno chiamati a far parte dei consigli pastorali parrocchiali, il cui rinnovo avverrà per tutte le comunità della Diocesi nel prossimo autunno.