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Settimana dell'Educazione

«Per me è un vero e proprio lavoro»

La testimonianza di vicepresidente Ottavio Pirovano, coordinatore e vicepresidente della cooperativa "Aquila e Priscilla"

di Luisa BOVE Redazione

21 Gennaio 2010

Nel variegato mondo educativo diverse cooperative sociali sono nate in questi anni per offrire personale qualificato in grado di occuparsi delle giovani generazioni. Nel 1998 anche la Diocesi di Milano è scesa in campo con “Aquila e Priscilla” (via S. Antonio 5, Milano – tel. 02.58391310 – aquilaepriscilla@diocesi.milano.it), «una cooperativa di laici al servizio dell’evangelizzazione, in particolare negli oratori – dice il coordinatore e vicepresidente Ottavio Pirovano -. Attualmente gli educatori sono 57, di cui 4 della Diocesi di Pavia. Monsignor Giovanni Giudici infatti ha voluto avviare questa esperienza nella sua Chiesa e invece di aprire un’altra cooperativa si è appoggiato alla nostra».
I responsabili di oratorio, di età compresa tra i 25 e i 45 anni, sono oggi presenti in tutte le zone pastorali, con parrocchie che vantano primati: a S. Enrico (San Donato Milanese) c’è un responsabile laico da 10 anni, mentre a Cantù (ora Comunità pastorale) dal 1997 lavorano tre educatori, anche se nel tempo sono cambiati.

Qual è il ruolo di queste figure professionali?
Gli educatori sono il perno centrale dell’oratorio e sono responsabili di tutti, non solo di una particolare fascia di età. Rispetto all’iniziazione cristiana, poi, dipende dalle parrocchie, perché in alcuni casi la cura ancora il parroco. Comunque con i bambini delle elementari si ha a che fare per l’animazione e per altri percorsi educativi. Se una parrocchia chiede che si formino gli educatori, allora per il responsabile laico quello diventa uno dei compiti più importanti. Molti tengono anche incontri per le famiglie e se sono pedagogisti o psicologi vengono interpellati anche dagli stessi genitori che chiedono consigli per l’educazione dei figli.

Quali sono i requisiti richiesti?
Un giovane deve anzitutto avere un vissuto spirituale, di fede ed ecclesiale forte, non basta sapere che cos’è l’oratorio. Il secondo requisito è che abbia le caratteristiche umane per essere leader (autorevole) di una comunità cristiana. I due aspetti a volte stridono, perché di solito si pensa al leader come a una persona che comanda, invece deve saper collaborare e avere doti come la pazienza, l’ascolto, l’attenzione a tutti e non creare divisioni.

E rispetto invece al percorso di studi?
Noi chiediamo che ci sia almeno un corso di laurea, non solo per innalzare l’età di ingresso nel lavoro, ma come ulteriore esperienza umana che li mette a confronto con un mondo universitario più ampio di quello delle scuole superiori. Se un giovane ha un vissuto ecclesiale che gli ha permesso di vivere l’oratorio in un determinato modo, questo è già sufficiente dal punto di vista umano, ma se a questo si accompagna un percorso di studi oggettivo che rafforza alcune convinzioni… Potrebbe fare il responsabile di oratorio anche un giovane che ha studiato ingegneria, ma se poi deve parlare di Vangelo e realizzare percorsi educativi è chiaro che gli aspetti pedagogico e teologico sono quelli che più facilitano questo lavoro.

Qual è il contratto che applicate e quanto guadagna un responsabile laico?
Ogni educatore viene assunto da “Aquila e Priscilla” e il contratto è quello nazionale delle cooperative. Poi con le parrocchie si rinnova la convenzione ogni anno, ma le richieste sono presentate dal Vicario di zona. Di solito i responsabili lavorano a tempo pieno (38 ore settimanali per 1.150 euro nette al mese), ma ci sono anche part-time. Dipende dalle esigenze della parrocchia e dalla disponibilità dei giovani, specie per quelli che stanno finendo di studiare.

La cooperativa garantisce anche l’aggiornamento?
Ci sono due proposte: la prima è un incontro mensile di formazione ecclesiale e diocesana, la seconda è un ciclo di contenuti specifici il venerdì mattina presso la Facoltà Teologica dell’Italia settentrionale (un semestre all’anno per 12 settimane). Poi con ogni educatore si stabilisce un percorso di approfondimento in base alla propria preparazione di partenza e sono molti a integrare la formazione con corsi biblici. Nel variegato mondo educativo diverse cooperative sociali sono nate in questi anni per offrire personale qualificato in grado di occuparsi delle giovani generazioni. Nel 1998 anche la Diocesi di Milano è scesa in campo con “Aquila e Priscilla” (via S. Antonio 5, Milano – tel. 02.58391310 – aquilaepriscilla@diocesi.milano.it), «una cooperativa di laici al servizio dell’evangelizzazione, in particolare negli oratori – dice il coordinatore e vicepresidente Ottavio Pirovano -. Attualmente gli educatori sono 57, di cui 4 della Diocesi di Pavia. Monsignor Giovanni Giudici infatti ha voluto avviare questa esperienza nella sua Chiesa e invece di aprire un’altra cooperativa si è appoggiato alla nostra».I responsabili di oratorio, di età compresa tra i 25 e i 45 anni, sono oggi presenti in tutte le zone pastorali, con parrocchie che vantano primati: a S. Enrico (San Donato Milanese) c’è un responsabile laico da 10 anni, mentre a Cantù (ora Comunità pastorale) dal 1997 lavorano tre educatori, anche se nel tempo sono cambiati.Qual è il ruolo di queste figure professionali?Gli educatori sono il perno centrale dell’oratorio e sono responsabili di tutti, non solo di una particolare fascia di età. Rispetto all’iniziazione cristiana, poi, dipende dalle parrocchie, perché in alcuni casi la cura ancora il parroco. Comunque con i bambini delle elementari si ha a che fare per l’animazione e per altri percorsi educativi. Se una parrocchia chiede che si formino gli educatori, allora per il responsabile laico quello diventa uno dei compiti più importanti. Molti tengono anche incontri per le famiglie e se sono pedagogisti o psicologi vengono interpellati anche dagli stessi genitori che chiedono consigli per l’educazione dei figli.Quali sono i requisiti richiesti?Un giovane deve anzitutto avere un vissuto spirituale, di fede ed ecclesiale forte, non basta sapere che cos’è l’oratorio. Il secondo requisito è che abbia le caratteristiche umane per essere leader (autorevole) di una comunità cristiana. I due aspetti a volte stridono, perché di solito si pensa al leader come a una persona che comanda, invece deve saper collaborare e avere doti come la pazienza, l’ascolto, l’attenzione a tutti e non creare divisioni.E rispetto invece al percorso di studi?Noi chiediamo che ci sia almeno un corso di laurea, non solo per innalzare l’età di ingresso nel lavoro, ma come ulteriore esperienza umana che li mette a confronto con un mondo universitario più ampio di quello delle scuole superiori. Se un giovane ha un vissuto ecclesiale che gli ha permesso di vivere l’oratorio in un determinato modo, questo è già sufficiente dal punto di vista umano, ma se a questo si accompagna un percorso di studi oggettivo che rafforza alcune convinzioni… Potrebbe fare il responsabile di oratorio anche un giovane che ha studiato ingegneria, ma se poi deve parlare di Vangelo e realizzare percorsi educativi è chiaro che gli aspetti pedagogico e teologico sono quelli che più facilitano questo lavoro.Qual è il contratto che applicate e quanto guadagna un responsabile laico?Ogni educatore viene assunto da “Aquila e Priscilla” e il contratto è quello nazionale delle cooperative. Poi con le parrocchie si rinnova la convenzione ogni anno, ma le richieste sono presentate dal Vicario di zona. Di solito i responsabili lavorano a tempo pieno (38 ore settimanali per 1.150 euro nette al mese), ma ci sono anche part-time. Dipende dalle esigenze della parrocchia e dalla disponibilità dei giovani, specie per quelli che stanno finendo di studiare.La cooperativa garantisce anche l’aggiornamento?Ci sono due proposte: la prima è un incontro mensile di formazione ecclesiale e diocesana, la seconda è un ciclo di contenuti specifici il venerdì mattina presso la Facoltà Teologica dell’Italia settentrionale (un semestre all’anno per 12 settimane). Poi con ogni educatore si stabilisce un percorso di approfondimento in base alla propria preparazione di partenza e sono molti a integrare la formazione con corsi biblici.

Ottavio Pirovano