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Sirio 09 - 15 dicembre 2024
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11 aprile

Convegno per gli educatori dell’Acr

Si terrà domenica prossima, sul tema della comunicazione, presso il Centro diocesano di via S. Antonio 5 a Milano

7 Aprile 2010

Domenica 11 aprile, dalle 9.30 alle 16, presso il Centro diocesano (via S. Antonio 5, Milano), l’Azione Cattolica Ragazzi (Acr), settore educatori, organizza il convegno dal titolo “Comunic-attori di buone notizie”.
Il convegno prende spunto dal fatto che i media sembrano incapaci di valorizzare le notizie di gioia che attraversano la quotidianità. «Questo ci abitua al lamento e a non vedere la speranza venendo meno al nostro compito di testimoni della Buona Notizia», spiega Giancarlo Ceruti, dell’Acr.
Il tentativo del convegno è allora quello di imparare a rendere i ragazzi “comunic-attori”: laici attenti alle buone notizie, del mondo e della loro vita, protagonisti nel comunicare la gioia nelle relazioni e nella quotidianità. Per facilitare il compito degli educatori sono stati invitati al convegno due giornalisti, padre Stefano Gorla, direttore de Il Giornalino e Valeria Bevilacqua, collaboratrice nella redazione del “Gt ragazzi” di Rai 3.
Ma quali sono le sfide, oggi, che devono portare avanti gli educatori dell’Azione Cattolica ambrosiana, con i ragazzi dell’Acr? «Ciò che chiediamo a un educatore – sottolinea Ceruti – sono essenzialmente due cose: innanzitutto, avvicinare i ragazzi a una vita spirituale che non significa solo la preghiera o la partecipazione ai riti religiosi ma anche far sperimentare loro il silenzio e lo stare con se stessi senza fuggire, imparando a pensare e a riconoscere ciò che succede nella propria vita. Da qui potranno, poi, fare il passo successivo di mettersi di fronte al Signore che come Padre e amico può aiutarci a capire come vivere una vita piena. Inoltre, agli educatori si chiede di guardare a tutta la vita del ragazzo per aiutarlo a fare sintesi di fronte alle relazioni che vive e agli impegni che ha, cercando di far sorgere in lui delle domande di senso che lo aiutino a verificare la propria vita. Queste due caratteristiche hanno bisogno di una formazione continua. Da qui l’importanza del convegno». Domenica 11 aprile, dalle 9.30 alle 16, presso il Centro diocesano (via S. Antonio 5, Milano), l’Azione Cattolica Ragazzi (Acr), settore educatori, organizza il convegno dal titolo “Comunic-attori di buone notizie”.Il convegno prende spunto dal fatto che i media sembrano incapaci di valorizzare le notizie di gioia che attraversano la quotidianità. «Questo ci abitua al lamento e a non vedere la speranza venendo meno al nostro compito di testimoni della Buona Notizia», spiega Giancarlo Ceruti, dell’Acr.Il tentativo del convegno è allora quello di imparare a rendere i ragazzi “comunic-attori”: laici attenti alle buone notizie, del mondo e della loro vita, protagonisti nel comunicare la gioia nelle relazioni e nella quotidianità. Per facilitare il compito degli educatori sono stati invitati al convegno due giornalisti, padre Stefano Gorla, direttore de Il Giornalino e Valeria Bevilacqua, collaboratrice nella redazione del “Gt ragazzi” di Rai 3.Ma quali sono le sfide, oggi, che devono portare avanti gli educatori dell’Azione Cattolica ambrosiana, con i ragazzi dell’Acr? «Ciò che chiediamo a un educatore – sottolinea Ceruti – sono essenzialmente due cose: innanzitutto, avvicinare i ragazzi a una vita spirituale che non significa solo la preghiera o la partecipazione ai riti religiosi ma anche far sperimentare loro il silenzio e lo stare con se stessi senza fuggire, imparando a pensare e a riconoscere ciò che succede nella propria vita. Da qui potranno, poi, fare il passo successivo di mettersi di fronte al Signore che come Padre e amico può aiutarci a capire come vivere una vita piena. Inoltre, agli educatori si chiede di guardare a tutta la vita del ragazzo per aiutarlo a fare sintesi di fronte alle relazioni che vive e agli impegni che ha, cercando di far sorgere in lui delle domande di senso che lo aiutino a verificare la propria vita. Queste due caratteristiche hanno bisogno di una formazione continua. Da qui l’importanza del convegno».