18/06/2008
di Jacques PERRIER
vescovo di Lourdes e Tarbes
La celebrazione del 150° anniversario della prima apparizione è per noi l’occasione per definire la missione di Lourdes nell’evangelizzazione del nostro tempo. Anche il Papa verrà qui a settembre, a soli quattro anni dalla visita del suo predecessore, segno che questo luogo è per lui importante.
Oggi i santuari e i pellegrinaggi hanno ritrovato un posto significativo nella vita religiosa. In un mondo ostile ai valori spirituali, l’aspirazione religiosa ha bisogno di tempi e di luoghi nei quali possa esprimersi. I santuari sono una sorta di monasteri popolari dove si può venire per un certo tempo a respirare un’aria meno inquinata; sono luoghi dove è possibile annunciare l’Evangelo mostrando una Chiesa che celebra e prega, che accoglie e si mette a servizio.
Spesso si rimprovera alla Chiesa di parlare troppo e scrivere testi che non hanno effetto alcuno. I santuari non fanno tante chiacchiere e non indottrinano. Celebrando questo anniversario vorremmo ripartire dal nucleo primitivo del messaggio di Lourdes, costituito da tre elementi principali: la scelta di Bernadette, l’appello alla penitenza e il nome della Signora (l’Immacolata Concezione).
Nonostante le apparenze questi tre elementi sono molto attuali. Maria è andata a cercare Bernadette in un tugurio in rue des Petits-Fossées, così come Dio aveva cercato Maria nell’oscurità di Nazareth. Bernadette era segnata da numerosi handicap: malattia, miseria, analfabetismo e assenza di formazione religiosa. Eppure proprio a lei la Bella Signora chiede «il favore di venire alla Grotta per quindici giorni». La scelta di Bernadette getta una luce sul nostro mondo dove gli esclusi sono tanto numerosi.
Il secondo elemento è l’appello alla penitenza, il lato faticoso della conversione. Il nostro tempo è persuaso che si debba cambiare direzione. A ogni coscienza Lourdes domanda: sei pronto a cambiare e che prezzo sei pronto a pagare?
Infine, l’Immacolata Concezione. Questo titolo ci ricorda che la libertà di Maria non è mai stata segnata da niente che assomigli al peccato. E siamo agli antipodi del nostro mondo, dove bene e male si confondono. Ciò che è donato a Maria fin dal suo concepimento, in vista della sua missione di madre di Dio, è anche nostra vocazione.
Come vescovo e custode della Grotta amo Lourdes per i suoi colori variegati, il suo carattere popolare. Arrivo a dire che l’amo anche per il suo cattivo gusto e la mancanza di misura. Ma proprio a Lourdes ho imparato che gli esseri umani fanno parte di un’unica famiglia e che qui tutti possono comunicare, grazie ai suoi grandi simboli universali: l’acqua, la sorgente, la roccia, la grotta, la luce.
Sì, Lourdes ha un’irradiazione tanto universale perché questi simboli prevalgono su ogni altro discorso. E questo è confermato dalla stabilità del numero dei pellegrini: circa 900 mila ogni anno in forma organizzata. Mentre aumenta il numero dei piccoli gruppi, delle famiglie, di quanti vengono per qualche ora, per uno o più giorni.