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Sirio 09 - 15 dicembre 2024
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Tutti insieme cordialmente

La parrocchia del Sacro Cuore a Monza ha dato vita a "Famiglia insieme", un progetto di integrazione tra nuclei italiani e stranieri. A partire dai più piccoli

5 Giugno 2008

23/01/2008

di Cristina CONTI

Si chiama “Famiglia insieme” ed è un progetto di integrazione tra italiani e immigrati. È nato nella parrocchia del Sacro Cuore di Monza, ma l’obiettivo è quello di estenderlo anche fuori dai confini della città. Un aiuto concreto per inserire nella società gli stranieri che arrivano in Italia. «Il nostro intento è quello di creare un’integrazione che non sia solo culturale, religiosa ed etnica, ma anche territoriale e generazionale», spiega don Augusto Panzeri, responsabile dell’iniziativa.

Le attività messe in campo, frutto della collaborazione con l’Università Cattolica di Milano e realizzate con la partnership del Comune di Monza, riguardano prevalentemente i bambini piccoli e le giovani famiglie. Si è partiti con l’apertura di un asilo nido, che accoglie per metà italiani e per metà figli di immigrati. «Gli alunni oggi sono 34 e frequentano alla mattina o al pomeriggio. Le educatrici che li seguono sono sei: tre italiane e tre straniere, tutte ovviamente con i titoli necessari», precisa don Panzeri.

Un lavoro che inizia con la prima infanzia per arrivare poi ai genitori. Accanto alle normali ore di gioco dei piccoli, infatti, un’équipe di pedagogisti e psicologi tiene incontri agli adulti, dando consigli e accompagnando le famiglie nelle difficoltà quotidiane. Da quest’anno, poi, nel progetto è stato coinvolto anche un altro nido pubblico.

Per chi è appena nato c’è un altro servizio, in collaborazione con l’Ospedale di Monza. Un’équipe di ostetrici e psicologi segue i genitori dei bambini fino al primo anno di vita. Quest’anno sono state coinvolte 130-140 mamme. «Inizialmente la nostra iniziativa si è concentrata sulle mamme – spiega don Augusto -. Poi abbiamo cercato di coinvolgere anche i papà, inventando un momento d’incontro ad hoc chiamato “Papà insieme”. Nella cultura islamica, infatti, i padri vengono poco percepiti a livello educativo: la crescita dei figli viene delegata totalmente alle madri».

L’aggregazione delle donne prosegue poi con lo “Spazio colore”. Si tratta di un momento di incontro, al venerdì pomeriggio, in cui italiane e straniere si ritrovano per chiacchierare: scambi di ricette, riflessioni e consigli si intrecciano al racconto di esperienze di vita maturate nei Paesi e nelle culture di origine. «Sono occasioni particolari che permettono di conoscersi meglio e di creare relazioni di buon vicinato – conclude don Augusto -. Un confronto costruttivo di cui anche gli italiani oggi hanno molto bisogno».