Con una lettera di auguri in occasione del Natale l’Arcivescovo raggiunge idealmente tutti i missionari che considera «ambrosiani» perché con la Chiesa di Milano hanno avuto «un rapporto speciale» per nascita e crescita nella fede e nella vocazione missionaria o per aver esercitato il loro servizio pastorale. Il cardinal Tettamanzi invita tutti a riscoprire «il vero volto di Dio», di quel Dio che si è fatto «piccolo, fragile, povero». Sa bene che «per Lui avete donato la vostra vita», scrive, «senza badare a sacrifici, lontananze, rischi, povertà, incomprensioni e rifiuti». Conosce le storie dei «fidei donum» sparsi nel mondo: le difficoltà che tanti di loro devono affrontare e il servizio umile e generoso che svolgono negli ambiti più diversi. Ma soprattutto, continua l’Arcivescovo, «non posso dimenticare chi tra di noi si trova in situazioni difficili o addirittura di rischio, come nella regione dell’Orissa, in India, nel Darfur, tra i profughi in Kivu, nelle Filippine e in tanti altri luoghi dove fedeli e missionari sono chiamati a una testimonianza veramente eroica». Ricordano tutti la vicenda di padre Giancarlo Bossi, il missionario del Pime rapito nel giugno 2007 nel suo villaggio di Payao nelle Filippine. Il cardinal Tettamanzi durante la veglia di preghiera nella chiesa di Abbiategrasso organizzata un mese dopo il sequestro diceva che quel rapimento doveva «diventare appello per tutti noi, per farci prendere in considerazione che la vita cristiana, anche nei gesti più semplici, ci chiede tanta coerenza e tantissimo coraggio». L’Arcivescovo nella sua lettera di auguri ricorda anche suor Caterina Giraudo e suor Maria Teresa Olivero della comunità di Charles de Foucauld sequestrate il 9 novembre a Elwak al confine tra Kenya e Somalia. «Siamo in grande apprensione per loro – ha scritto Tettamanzi -, non cessiamo di chiedere al Signore la sua speciale protezione, tenera e forte». (L.B.)