23/12/2008
di Giovanni BIANCHI
«All’udire queste parole, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme» (Mt 2,3). La visita dei Magi al grande tiranno ha trasformato la nascita di Gesù anche in un caso politico. Erode è già vecchio e pieno di delitti. Non c’è bisogno di attualizzare la sua figura, perché uno clicca su Wikipedia ed è in grado (quasi) di fargli un’intervista.
Le cronache lo dicono deceduto a Gerico dopo lunga e atroce malattia, a 77 anni, con 33 anni di regno alle spalle. Prevedeva che i sudditi non solo non lo avrebbero pianto e rimpianto, ma che anzi si sarebbero lasciati andare a manifestazioni di giubilo alla notizia della sua morte. Perciò convocò a Gerico i Giudei più insigni e, non appena costoro giunsero a destinazione, li fece rinchiudere nell’ippodromo. Ricordate Pinochet? E raccomandò che se ne facesse strage subito dopo la sua morte: così i pianti sarebbero stati assicurati…
Un governante dalla strage facile, al punto che anche quella dei bambini innocenti può risultare “nella norma” di un regno considerato “grande” perché conservato con ogni mezzo, nel quale i servizi segreti facevano buona guardia e il veleno scorreva abbondante.
Non servirebbe intervistarlo. Se la caverebbe comunque. Volpe e leone. Ti prenderebbe in giro in nome della ragion di Stato, che lo rendeva accetto a Roma perché sapeva tenere a bada quel “focolaio dell’Impero” che era la terra di Gesù. Affidabile nella capitale del mondo proprio per la sua scaltrissima inaffidabilità.
Uno che non si fermava davanti a niente. Uno che sapeva abilmente far perdere le tracce dei suoi delitti. Ti invitava a un bagno in piscina e ti faceva annegare, se ti riteneva un pericoloso concorrente al trono, simulando un incidente. Erode come Saddam, in anticipo di due millenni. Piccolo Hitler e piccolo Stalin. Le sue notti dei lunghi coltelli, le sue “purghe” ripetute. Quello che i tedeschi chiamano il potere demoniaco del potere. Una vera e astutissima macchina da guerra prestata alla politica, già allora complicatissima.
Erode non sopporta il Magnificat. Non sopporta la bella notizia di quel bambino nato lontano da casa, mentre i genitori andavano a registrarsi. A proposito, ci sarà stata una levatrice o almeno una donna esperta accanto alla giovanissima Maria? Silenzio delle storie e di tutte le teologie…
Era quindi benissimo informato l’angelo del Signore, che prima consigliò i Magi di cambiare la strada del ritorno e poi convinse Giuseppe l’artigiano a intraprendere l’avventura dell’immigrato nell’opulento Egitto.